Spunta una nuova ipotesi: Viviana Parisi e il figlio Gioele forse aggrediti dai cani

Il legale della famiglia del padre: non credo all'ipotesi della morte del piccolo nell'incidente. Tredicesimo giorno di ricerche

Viviana Parisi e il figlio Gioele
Viviana Parisi e il figlio Gioele
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16 Agosto 2020 - 08.14


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Proseguono senza sosta per il tredicesimo giorno consecutivo le ricerche del piccolo Gioele, 4 anni scomparso lo scorso 3 Agosto con la madre Viviana, la Dj poi trovata morta cinque giorni dopo nelle campagne di Caronia. Anche oggi circa 70 persone tra vigili del fuoco, protezione civile, forestali, polizia, finanza, carabinieri del reparto cacciatori di Sicilia con droni e cani stanno perlustrando le campagne di Caronia e le zone limitrofe.
Intanto l’inchiesta condotta dalla Procura di Patti tra le varie piste sta analizzando già vagliata dagli inquirenti e segnalata anche dalla famiglia di Gioele, cioè quella di una possibile aggressione a madre e figlio da parte di animali selvatici o cani feroci. Un’ipotesi che sarebbe avvalorata dalla presenza sulle gambe della donna di alcuni morsi. Ieri è stato interrogato dagli inquirenti anche il proprietario dei due rottweiler. Le scarpe di Viviana, inoltre, non sarebbero sporche di terra, come se non avesse camminato a lungo e fosse stata aggredita improvvisamente da qualcuno. Secondo gli inquirenti, tuttavia, solo gli esami approfonditi dell’autopsia potranno chiarire se i morsi sul corpo della donna possano essere compatibili con una aggressione da parte di animali selvatici o di cani.

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La famiglia di Daniele Mondello, il padre del piccolo Gioele non crede all’ipotesi della morte del bimbo nell’incidente avvenuto sulla la mattina del 3 agosto sulla Messina-Palermo. Claudio Mondello, cugino di Daniele Mondello e legale della famiglia, scrive su Facebook: “E’ credibile la tesi del bambino morto ad esito dell’incidente iniziale? No. Per le seguenti ragioni: l’incidente occorso è di lieve entità; se fossero emerse tracce ematiche, dall’analisi della vettura sottoposta a sequestro, stante il clamore suscitato dalla vicenda lo avremmo già saputo; Viviana era morbosamente legata al proprio figlio – scrive – Secondo una ricostruzione siffatta avrebbe preferito guadagnare la fuga piuttosto che (quantomeno) tentare di soccorrerlo”.

Non solo, continua il legale. “La tempistica dei fatti pare sia stata fulminea: Viviana, pertanto, avrebbe, in via immediata, deciso che fosse più utile tutelare se stessa piuttosto che Gioele e, quindi, guadagnato la fuga – scrive ancora – Alcuni dei presenti sulla scena dei fatti non si limitano ad un rapido transito ma cercano di prestare soccorso: possiamo ritenere probabile che non si fossero accorti degli esiti di un incidente in danno del bambino? Mi esprimo a titolo strettamente individuale ma questa ricostruzione (quantomeno allo stato delle emergenze) non mi convince affatto”.

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