In mezzo a picchiatori e fascisti, la Polizia espelle Arianna Virgolino per un tatuaggio (rimosso)
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In mezzo a picchiatori e fascisti, la Polizia espelle Arianna Virgolino per un tatuaggio (rimosso)

La storia raccontata da Cathy La Torre su Facebook: "Per entrare in Polizia, si è sottoposta a 9 sedute laser da 200 euro l’una per cancellare un tatuaggio fatto a 18 anni"

Arianna Virgolino
Arianna Virgolino
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14 Agosto 2020 - 10.49


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Su Facebook, Cathy La Torre ha condiviso la storia di Arianna Virgolino, espulsa dal corpo della Polizia di Stato per ‘demeriti’. “Quali demeriti?” domanda La Torre: “Ha intascato bustarelle? Ha preso per il collo qualcuno durante un semplice controllo? Abuso dell’autorità? Razzismo? Apologia di Fascismo? Violenza? No, niente di tutto questo. Non sono mica quelli i problemi seri della polizia.
La sua grave colpa, il suo grave demerito è “estetico”. Un curocino.
L’hanno esplusa perché a 18 anni, prima che diventasse poliziotta, aveva ricevuto quale regalo di compleanno il tatuaggio sul polso di un piccolo cuore contornato da una coroncina.
Poi, per entrare in Polizia, realizzare questo suo sogno, si è sottoposta a 9 sedute laser da 200 euro l’una per cancellarlo. Ma ha commesso anche un gravissimo errore: è stata sincera. Dopo le preselezioni ha detto di aver avuto quel tatuaggio.
È quindi stata sospesa, anche se l’aveva rimosso.
Ha fatto ricorso al Tar il quale le ha dato ragione, consentendole di rientrare in Polizia.
Da quel giorno Arianna Virgolino ha onorato quella divisa ogni giorno, lavorando nel reparto più rischioso e con più morti di tutti: la Stradale. Un giorno, in uno dei tanti incidenti su cui è dovuta intervenire, ha salvato una ragazza fermando la perdita di sangue con un braccialetto.
Poi a Casal Pusterlengo è intervenuta riuscendo a fermare una rissa che stava per assumere dimensioni spaventose.
Per quell’intervento Arianna Virgolino il 7 novembre scorso ha ricevuto dal Prefetto il giusto riconoscimento. Poche ore dopo, terminata la cerimonia, ha consegnato pistola e distintivo perché da Roma è giunta la sentenza del Consiglio di Stato, che rovescia quella del Tar.
“Ho consegnato il distintivo con la morte nel cuore – ha detto al Corriere che racconta questa storia – Amo questa divisa”. Ora è sospesa. In attesa che il suo destino sia deciso.
Ed è vergognoso, scandaloso, che con i tanti problemi che purtroppo macchiano l’operato della Polizia, un’agente come lei debba essere cacciata con demerito per un disegnino sul polso, poi cancellato. E per essere stata troppo onesta o sincerata.
Vergognoso” conclude La Torre. 

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