Il pasticcio della Azzolina sulle graduatorie dei supplenti: penalizza i precari storici

Il Miur riporta nell’incertezza migliaia di supplenti e innesca una guerra dei poveri tra precari stabili e precari precari.

Lucia Azzolina
Lucia Azzolina
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5 Agosto 2020 - 16.08


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di Ilaria Visani*

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Sulle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) il Ministero della pubblica istruzione cambia all’ultimo le carte in tavola, rivoluziona in modo retroattivo i punteggi per titoli e servizi e finisce per penalizzare i precari storici, in particolare quelli che avevano scelto il lavoro continuo su una stessa classe di concorso e insegnato in una sola scuola. Una incomprensibile rivoluzione delle regole del gioco, senza la minima premialità, che costringe a ripartire da zero gli insegnanti che in questi anni erano riusciti a scalare le graduatorie a suon di supplenze ed esperienza, e che cominciavano a vedere vicina la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro. Con la nota esplicativa 1290 del 22 luglio sulla valutazione dei titoli, il MIUR riporta nell’incertezza migliaia di supplenti e innesca una guerra dei poveri tra precari stabili e precari precari. E a farne le spese, oltre ai docenti, saranno le scuole e gli studenti, che si troveranno in molti casi a veder cambiare in larga parte il corpo insegnanti.

Fino a oggi i supplenti – che ormai conoscevano a memoria valutazioni e punteggi – sapevano di dover acquisire determinate esperienze e specializzazioni per avanzare nei punteggi e quindi nella loro carriera lavorativa. E si sono comportati di conseguenza. Ma ora il MIUR ha deciso di rimescolare il mazzo rivoluzionando, in modo retroattivo, la valutazione di titoli e servizi. Così gli iscritti alle vecchie graduatorie si ritrovano oggi a perdere punti che avevano cumulato con le precedenti regole.

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Valutazione titoli

Per quanto riguarda i master, le certificazioni di lingua (B2, C1 e C2) e altri titoli di formazione il ministero ha cambiato in corsa le regole, riducendo il punteggio già acquisito per le graduatorie di terza fascia. Gli sforzi anche economici che molti docenti hanno sostenuto per migliorare la propria formazione (ogni corso costa circa 600 euro), vengono vanificati. Clamoroso il caso dei nuovi punteggi attribuiti alle certificazioni informatiche e ai master: sono dimezzati o ridotti a un terzo, nonostante le certificazioni siano state ottenute con enti accreditati dallo stesso MIUR. Allo stesso tempo, il corso L2, cioè l’insegnamento della lingua italiana per stranieri e adulti, passa da 1,5 punti a 3 punti. Se si può comprendere e certamente condividere la premialità di questa specializzazione, non si comprende la modifica all’ultimo del punteggio. A saperlo prima, i supplenti avrebbero potuto fare scelte diverse nella propria formazione personale. Un esempio: un master accreditato MIUR finora valeva 3 punti ed era più conveniente rispetto al corso L2; oggi il primo vale 1 punto e il secondo 3.

Il Ministero non ha pubblicato nemmeno una tabella per far sapere quali certificazioni informatiche vengano riconosciute. Si sa solo che si passa da una valutazione qualitativa a una quantitativa. Che ad ogni certificazione ritenuta valida viene attribuito un punteggio di 0,5 per un totale massimo di 2 punti. E che per quelle linguistiche i punti raddoppiano. Se prima i punteggi erano differenziati in base al livello qualitativo del corso, ora non si capisce perché, ad esempio, il valore del B2 (la certificazione più diffusa) venga triplicato mentre C1 e C2 (maggiormente specialistici) vengano solo raddoppiati. Incomprensibile è poi la supervalutazione del lavoro di ricerca o collaborazione con l’università, che è un lavoro con modalità, competenze e ambienti totalmente differenti dall’ambito della docenza nella scuola secondaria. Ogni singolo assegno di ricerca, infatti, viene valutato 12 punti (cumulabili e senza limite), come un intero anno di supplenze. Viene inoltre introdotto un punteggio di 12 punti per coloro che avranno ottenuto un’abilitazione a professore di I o II fascia (quindi professori associati) o Abilitazione scientifica nazionale, mentre in precedenza, essendo chiaro come e quanto differissero competenze di docenza e di ricerca, non veniva attribuito alcun punteggio.

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Valutazione dei servizi

Ma è nella valutazione dei servizi svolti che avviene il vero sconvolgimento. Chi ha lavorato su spezzoni (quindi poche ore) in più materie e ordini di scuole, matura un punteggio pieno in ogni classe di concorso coinvolta. Come se avesse svolto l’intero lavoro su ogni singola classe. E invece chi ha lavorato con contratti annuali a 18 ore (quindi solo su una materia, la cosiddetta “cattedra piena”), matura, come prima, il punteggio pieno solo su quella specifica classe di concorso. Anche i docenti di sostegno si ritroveranno ad avere lo stesso punteggio, e su tutte le classi di concorso, di uno che abbia fatto solo l’insegnante curricolare.

Cosa cambia? Cambia che con questa valutazione dei punteggi risulta vantaggioso rifiutare le supplenze sulle cattedre intere a 18 ore per accettare spezzoni su più classi di concorso e su più ordini di scuola. Si favoriscono così quei docenti che si trovavano in una posizione di graduatoria peggiore e che quindi non riuscivano ad ottenere contratti sulle cattedre complete, mentre si penalizzano i docenti che, in virtù della loro migliore posizione in graduatoria, potevano scegliere la cattedra piena ma che comunque avrebbero potuto scegliere anche opzioni spezzettate.

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Nelle precedenti graduatorie per ogni anno di servizio con un contratto su più classi di concorso in contemporanea (ad esempio medie e superiori, oppure stesso grado ma su più materie, oppure materia e sostegno), si sceglieva in quale classe di concorso caricare il punteggio pieno (12 punti) e in tutte le altre si poteva caricare solo il servizio come aspecifico (6 punti). Per chiarire, ad esempio, un insegnante che abbia fatto quattro anni solo di Sostegno è come se avesse insegnato contemporaneamente per quattro anni Tecnologia, Arte o altre materie. Sebbene sia positiva la novità della graduatoria specifica per il sostegno, non si comprende la ratio di un sistema di punteggi che finisce per premiare gli insegnanti con minor punteggio rispetto ai supplenti più stabili o storici.

 

*insegnante precaria di matematica e scienze alla scuola secondaria di Massalombarda (Ravenna)

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