Lo studio: gli italiani sono i meno preoccupati d'Europa per la seconda ondata
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Lo studio: gli italiani sono i meno preoccupati d'Europa per la seconda ondata

Secondo uno studio dell'agenzia Bwc, gli italiani sono preoccupati per la seconda ondata del Coronavirus (77%) ma in misura minore di Francia (88%) e Spagna (96%).

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1 Agosto 2020 - 08.26


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Una ricerca dell’agenzia di marketing e public relations Burson, Cohn & Wolfe (Bwc) condotta nel mese di luglio su 4 paesi di europei (Italia, Francia, Spagna e Germania) ha evidenziato come gli italiani siano, in Europa, quelli che meno si preoccupano del ritorno del virus a settembre, la cosiddetta ‘seconda ondata’: il che, secondo l’agenzia, è un dato positivo perché la mentalità degli italiani sarebbe libera dalla paura e pronta a ricominciare. 
L’Italia è l’unico mercato in cui più si afferma che la priorità è riaprire l’economia (52%) piuttosto che prevenire la diffusione del Coronavirus (48%), contro una media europea del 63% di intervistati ancora timorosi (con il 73% della Spagna). Anche per quanto riguarda la seconda ondata del virus gli italiani sono preoccupati (77%) ma in misura minore di Francia (88%) e Spagna (96%). In particolare, l’Italia è il Paese europeo che vede meno degli altri il rischio nel ritorno al lavoro (16%) e dell’apertura di esercizi commerciali non essenziali (15%) ma anche del settore dell’ospitalità (ristoranti, bar, hotel – 34%). Il 28% degli intervistati in Italia si aspetta di rientrare regolarmente a lavoro a settembre (Spagna e Francia addirittura dal mese di agosto).
Ben il 75% si sente assolutamente tranquillo di tornare al lavoro anche domani. Il 48%, però, ha il timore di portare a casa il virus e il 29% non si fida che i propri colleghi seguano le necessarie attenzioni. Il 58% ritiene, comunque, che il proprio datore di lavoro abbia preso tutte le necessarie precauzioni (leggermente sotto la media europea del 62%).
“Abbiamo voluto sondare – afferma Elena Silva, co-market leader di Bcw Burson Cohn & Wolfe Italia – la percezione in alcuni Paesi europei per capire meglio la propensione e i timori dei lavoratori nei confronti del rientro alla normalità nei posti di lavoro in seno all’emergenza sanitaria Covid-19. Nonostante un comprensibile grado di preoccupazione, gli italiani si mostrano pronti a dare il proprio apporto alla ripresa economica in tempi brevissimi”. 

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