Crisanti: "Basta con questa narrativa del virus portato dai migranti, non è vero"
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Crisanti: "Basta con questa narrativa del virus portato dai migranti, non è vero"

Il microbiologo di Padova: "Il virus non se ne è andato, Il livello di guardia deve rimanere alto, altrimenti sarà di nuovo lockdown"

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1 Agosto 2020 - 14.33


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Ci sono stati più di 380 casi in un giorno, una soglia che ha fatto preoccupare anche il Comitato Tecnico Scientifico: il rilassamento è ormai dilagante, le mascherine un optional, il distanziamento sociale inesistente in molte, troppe occasioni. Il microbiologo Andrea Crisanti invita alla prudenza: “Non bisogna agitarsi, perché è giusto vivere un periodo di rilassamento dopo le difficoltà del lockdown, ma la vigilanza va mantenuta”.
“Il virus non se ne è andato, cosa che del resto ci aspettava perché è in linea con un fenomeno importante come la pandemia da coronavirus. Il livello di guardia deve rimanere alto, sia nella popolazione che nelle autorità – commenta Crisanti – Quello che può succedere se non stiamo attenti lo vediamo ogni giorno, ossservando la situazione di altri Paesi, anche molto vicini a noi”.
“Bisogna in qualche modo difendersi da questa narrativa degli extracomunitarti che portano il virus” ha detto Crisanti: “Queste persone sono state lasciate sole durante l’epidemia, non gli hanno fatto i test. Ora però si scopre che vengono infettati, cosa che però succedeva fin dall’inizio. Sono stati abbandonati a se stessi a suo tempo, ad esempio non ho notizia di un’analisi condotta a tappeto sui centri per migranti. Io però avevo sollecitato al Veneto un’analisi dei richiedenti asilo già il 30 di marzo”.

I casi di positività al coronavirus di questo periodo riguardano molti giovani, prevalentemente asintomatici. “Succedeva anche prima che ci fossero casi tra questa categoria di cittadini – dice Crisanti – però avevamo un approccio diverso, i test servivano per fare diagnosi. Ora abbiamo avviato una fase di screening e vediamo il vero volto dell’epidemia, che coinvolge anche i giovani”. Tornando sulle mascherine, il professore avverte. “Sì, sicuramente i cittadini si sentono un po’ più tranquilli e tendono a usarle meno. Non dico che dovrebbero agitarsi perché non è giusto, ma è importante mantenere la vigilanza. Non è tornato tutto come prima dell’arrivo del coronavirus, bisogna continuare a mettere la mascherina, rispettare la distanza eccetera. Però è necessario anche essere più realisti anche punto di vista degli interessi economici. Vanno tutelati ma con attenzione. Pensiamo agli operatori turistici della Catalogna che hanno spinto per riaprire tutto. Sono contenti adesso? Non credo, visto che hanno dovuto richiedere. Gli interessi economici sono legittimi ma se si spinge troppo su quel tasto si ottiene un effetto contrario”.
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