Globalist continua a dare voce a chi trova assurdo che si sia consentito (a maggio, in piena emergenza pandemia) la festa che vedete nella foto per il ritorno in città della Madonna di San Luca, che si tollerino ogni giorno gli assembramenti all’ora dell’aperitivo e le movide notturne, che si dica sì a un simbolo della trasgressione e dell’affollamento come la notte rosa e si vieti invece il corteo e il raccoglimento ordinato dei bolognesi (e non solo) davanti alla stazione, alle 10.25, per commemorare degnamente con il minuto di silenzio al fischio del locomotore il quarantennale della strage, stringendosi ai famigliari delle vittime, chiedendo verità e giustizia.
A questo link continuerete a trovare fino al 2 agosto, in continuo aggiornamento, quelle voci, il ricordo e l’appello di chi c’era – a cominciare da quello toccante di Agide Melloni, l’autista dell’autobus 37 che 40 anni fa fece la spola a trasportare i morti – le testimonianze di giornalisti, scrittori, intellettuali, esponenti della società civile.
Stupisce che nessun giornale locale, nessun media tradizionale, abbia finora dato conto di questo movimento nato sui social e rilanciato da Globalist, che pure raccoglie un sentire diffuso a Bologna. Quindi, per rompere questo silenzio piuttosto imbarazzante, non c’è che un modo: continuare a seguire, condividere e rilanciare sui social queste voci libere.
La foto è quella dell’assembramento per il ritorno della Madonna di San Luca in città, a maggio, in piena emergenza covid.