Il Papa aggiunge a braccio all'Angelus: "Penso a Santa Sofia e sono molto addolorato"
Top

Il Papa aggiunge a braccio all'Angelus: "Penso a Santa Sofia e sono molto addolorato"

Francesco ha commentato la decisione della Turchia che ha revocato l'attuale status museale della basilica aprendone così la strada all'utilizzo come moschea.

Papa Francesco
Papa Francesco
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Luglio 2020 - 10.41


ATF

Parole molto accorate e degne di grande considerazione: Papa Francesco, durante l’Angelus in Piazza San Pietro, rivolgendosi ai fedeli si è detto “molto addolorato” per la decisione del presidente turco Erdogan di trasformare in moschea la basilica di Santa Sofia, a Istanbul. “Penso a Santa Sofia e sono molto addolorato”, ha detto Francesco senza aggiungere altro.


Parole che – è stata l’impressione – sono state aggiunte a braccio. La frase integrale è stata: “In questa seconda domenica di luglio ricorre la Giornata Internazionale del Mare. Rivolgo un affettuoso saluto a tutti coloro che lavorano sul mare, specialmente quelli che sono lontani dai loro cari e dal loro Paese. Saluto quanti sono convenuti stamattina nel porto di Civitavecchia-Tarquinia per la celebrazione eucaristica. Il mare mi porta un po’ lontano. Il pensiero a Istanbul, penso a Santa Sofia. Sono molto addolorato”, aveva detto il Papa.
La decisione di Erdogan è stata presa dopo che venerdì il Consiglio di Stato, massimo tribunale amministrativo turco, ha revocato l’attuale status museale della basilica aprendone così la strada all’utilizzo come moschea. Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta avanzata da numerose associazioni annullando la decisione del 1934 con cui Hagia Sophia veniva dichiarata museo.
Santa Sofia fu basilica cristiana fino alla conquista ottomana (537-1453), e successivamente venne trasformata in moschea, fino a che nel 1934 divenne un museo con un decreto del Consiglio dei Ministri del governo di Kemal Ataturk, sotto la moderna Repubblica di Turchia.
Diversi patriarchi ortodossi hanno espresso, nelle scorse settimane e con sfumature variegate, la loro preoccupazione per una questione che, nella Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan, incrocia religione e politica, interne e relazioni internazionali.
Il patriarca armeno di Costantinopoli, Sahak Mashalian, aveva proposto che Santa Sofia fosse “aperta al culto”, con una zona riservata ai fedeli cristiani; più cauto il parirca russo Kiril, il quale aveva fatto appello alla “prudenza della leadership dello Stato turco: preservare l’attuale status neutrale di Hagia Sophia, una delle più grandi opere d’arte nel mondo e una chiesa-simbolo per milioni di cristiani in tutto il mondo, faciliterà ulteriore sviluppi delle relazioni tra i popoli di Russia e di Turchia e aiuterà a rafforzare la pace e l’accordo interreligioso”.
Favorevole allo status quo si è detto anche il patriarca ortodosso Teofilo III di Gerusalemme: “L’accessibilità indiscriminata, ad Hagia Sophia ha portato frutto laddove avrebbe potuto esserci ulteriore contesa. Hagia Sophia oggi rimane un simbolo di tolleranza”.

Native

Articoli correlati