Il vescovo Luigi Bettazzi: "Ve l'hanno detto che evadere le tasse è peccato mortale?"

Il monsignore a lungo alla guida della diocesi di Ivrea, oggi 96 anni, si è rivolto ai cristiani: "Il messaggio del cristianesimo è quello di non chiudersi nel proprio egoismo"

Monsignor Luigi Bettazzi
Monsignor Luigi Bettazzi
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8 Luglio 2020 - 19.35


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Lui è sempre stato un grande. Un difensore della pace e degli ultimi. Lui sì che ha sempre difeso i valori cristiani, altro che il miliardario razzist6a Trump.

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“Non so se anche qualche parroco vi ha mai detto che l’evasione fiscale è peccato mortale”: l’indomito vescovo Luigi Bettazzi, 96 anni, l’unico vescovo italiano oggi vivente che partecipò al Concilio Vaticano II, ha scritto una lettera aperta su Avvenire agli “egregi evasori fiscali” (“e-gregio vuol dire infatti ‘fuori, al di sopra del gregge’, della gente comune”) per condannare questo malcostume particolarmente esecrabile in tempi di pandemia e crisi economica.

La pandemia, scrive il vescovo emerito di Ivrea, “ci ha obbligati a vivere più ritirati, quindi più pensosi per la nostra vita personale e per il bene della collettività. Ed è così, ad esempio, che ci siamo resi conto del lavoro delle varie mafie che, attente a evitare situazioni più clamorose, come quelle che finiscono in uccisioni e stragi, sfruttano la situazione per aumentare le loro ricchezze, ad esempio con prestiti a usura a chi non riesce a trovare mezzi legali per sovvenire alla mancanza di danaro causata dalla limitazione del lavoro o dalla sua perdita. Al contrario, v’è chi arriva a frodare per avere sovvenzioni a cui non ha diritto. Questo ci ha fatto pensare come le limitazioni, sia del sistema sanitario antecedente come dei provvedimenti per arginare l`espandersi della pandemia e frenare le crisi dell`industria e delle aziende, derivi anche dalle minori disponibilità economiche dovute anche a quanto viene evaso da chi non paga le tasse, soprattutto di chi, con la ricchezza, riesce a trovare i mezzi per portare i suoi beni nei cosiddetti paradisi fiscali. Questa è una grossa ingiustizia perché quanto viene portato fuori dalla nazione è stato raggranellato con il lavoro dei concittadini e utilizzando le leggi (e le sottigliezze) dello Stato. È triste pensare che la nazione vi abbia fatti crescere e sviluppare fino al punto di poterla tradire. Non voglio pensare che tra voi ci siano quelli che formalmente figurano come rispettosi – o addirittura partecipi attivi – del cristianesimo che ha accompagnato la storia della nostra nazione, ma poi trasgrediscono il suo messaggio fondamentale, che è quello di non chiudersi nel proprio egoismo, ma di aprirsi agli altri, proprio cominciando dai più piccoli, dai più poveri, dai più emarginati. Così fanno i boss delle varie mafie, che poi a copertura delle loro violenze proteggono le devozioni popolari e se ne fanno riverire, o quei politici che nel mondo ostentano oggetti e proteggono frange di strutture religiose per coprire le loro minori attenzioni umane. Non vorrei che anche voi, magari sovvenendo pubblicamente alcune opere di solidarietà, vogliate così ‘scontare’ la vostra ingiustizia di fondo”.

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“E’ vero che alle volte, nel mondo, le tassazioni possono sembrare eccessive o ingiuste. Ma, in democrazia, si devono trovare i mezzi, soprattutto da parte dei più abbienti come siete voi, per correggerle, non per avere un pretesto per evaderle, portando il proprio danaro negli… inferni fiscali. Perché purtroppo il danaro diventa quasi una divinità, anzi la vera alternativa a Dio: aveva già detto chiaramente Gesù (usando un termine locale) che non si possono servire due padroni: o Dio o mammona (il danaro)”.

“Non so se anche qualche parroco vi ha mai detto che l’evasione fiscale è peccato mortale: l’ha detto qualche tempo fa laicamente Romano Prodi, ve lo ripete oggi un vescovo, anche se emerito. Mi verrebbe da ripetere la frase forte che san Giovanni Paolo II proclamò, nella valle di Agrigento, contro le mafie: ‘Convertitevi! Un giorno dovrete risponderne di fronte a Dio’. E allora non ci saranno pretesti e coperture. Vi chiedo scusa se vi ho attaccati pubblicamente. Spero comunque di avervi fatto pensare. Da vescovo, pregherò per voi, per le vostre famiglie e per le vostre attività, ovviamente purché siano oneste”.

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