Aggredirono i giornalisti de L'Espresso: fascisti condannati a 5 anni e sei mesi
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Aggredirono i giornalisti de L'Espresso: fascisti condannati a 5 anni e sei mesi

Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli avevano colpito e minacciato nel gennaio 2019 i nostri cronisti che stavano documentando un raduno dell'estrema destra.

Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli
Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli
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6 Luglio 2020 - 12.30


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Questa mattina il tribunale di Roma ha condannato in primo grado a cinque anni e sei mesi il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli di Avanguardia Nazionale che il 7 gennaio 2019 aggredirono il giornalista Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti , inviati dall’Espresso a documentare il raduno dell’estrema destra al cimitero del Verano per l’anniversario degli omicidi di via Acca Larentia. Uno dei più gravi atti di violenza e di intimidazione degli ultimi anni nei confronti di giornalisti che stavano facendo il loro lavoro. Il Tribunale ha anche riconosciuto il risarcimento del danno per le parti civili: oltre che Marconi e Marchetti, anche il gruppo editoriale Gedi che si è costituito parte civile, la Federazione nazionale della Stampa, l’onlus Ossigeno per l’informazione.
«Il 7 gennaio 2019 due giornalisti sono stati aggrediti mentre facevano il loro lavoro. Per usare le parole contenute nel rinvio a giudizio, c’era  la volontà di impedire che una manifestazione pubblica e in luogo pubblico non fosse documentata dall’informazione. In una stagione di minacce e di attacchi ripetuti contro la stampa, anche un gruppo di neo-fascisti dichiarati si è sentito coperto in questa azione da una pretesa di impunità e forse perfino da qualche copertura da parte delle forze politiche che in quel momento erano alla guida del ministero dell’Interno», ha commentato il direttore dell’Espresso Marco Damilano. «Oggi questa pretesa di impunità è stata smentita e gli aggressori sono stati condannati. È una vittoria dei colleghi colpiti, dell’Espresso e del nostro gruppo editoriale Gedi che si è subito costituito parte civile. Ringrazio la Fnsi, che ci è sempre stata vicina, e Ossigeno per l’informazione che monitora e difende i giornalisti a rischio di intimidazione. Il riconoscimento che chi tocca anche un solo giornalista colpisce tutti i giornalisti e attacca la libertà di stampa che è uno dei pilastri della democrazia, quindi colpisce tutti i cittadini. Per questo, è la vittoria di chi crede nel nostro mestiere e nella libertà di informare. Una vittoria di tutti».

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