La beffa di Maurizio Gasparri: dopo appena 9 anni prende la pensione come giornalista (pagata dagli italiani)

Gasparri ha svolto il lavoro di giornalista dal 1983 al 1992, il resto è stato in aspettativa: i contributi all'Inpgi che oggi gli paga la pensione sono stati pagati con lo stipendio da onorevole.

Maurizio Gasparri
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3 Luglio 2020 - 14.29


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Dal 1 giugno Maurizio Gasparri ha cominciato a ricevere la pensione da giornalista. Gasparri è diventato giornalista nel 1985, dopo due anni di praticantato con Il Secolo d’Italia, il giornale di Alleanza Nazionale. Rimane al giornale per 9 anni, diventandone anche co-direttore nel 1991. 
Nel 1992, Gasparri è eletto per la prima volta a Palazzo Madama e si mette in aspettativa dalla professione giornalistica, anche se continua a dirigere il giornale fino al 1994 (senza percepire compensi). 
I giornalisti, quando vanno in pensione, ricevono l’assegno dall’Inpgi (Istituto di Previdenza Sociale dei Giornalisti) ed è calcolato sulla base dei contributi versati. Ma se Gasparri non ha ricevuto compensi, a parte i 9 anni di lavoro effettivo, con cosa ha pagato i contributi per raggiungere la quota per andare in pensione?
È presto detto: con lo stipendio da parlamentare. Stipendio pagato grazie alle tasse degli italiani. Insomma, la pensione da giornalista a Gasparri l’hanno pagata i cittadini. 
Ma la beffa non è finita, per due ragioni: la prima è che Gasparri è andato in pensione da giornalista, ma non da politico: il che vuol dire che l’onorevole avrà ben due pensione, cumulabili tra loro. 
La seconda è che Maurizio Gasparri il 22 dicembre 2011 ha votato a favore dell’alzamento dell’età pensionabile. Ma lui sta andando in pensione dopo appena 9 anni di lavoro effettivo. Con buona pace di tutti i giornalisti precari d’Italia. È tutto legale e Gasparri non ha violato nessuna regola: è solo stato più furbo degli altri.

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