Amnesty: "In Italia uso della forza della polizia per applicare le misure anti-lockdown"
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Amnesty: "In Italia uso della forza della polizia per applicare le misure anti-lockdown"

La Ong: "Secondo il diritto internazionale sui diritti umani, gli agenti di polizia possono usare la forza solo se necessario e proporzionalmente al raggiungimento di uno scopo legittimo

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24 Giugno 2020 - 19.20


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Accusse che hanno provocato la dura reazione delle forze di polizia: “Gli organi di stampa denunciano l’uso della forza da parte della polizia in Italia, durante l’applicazione delle misure per fronteggiare la pandemia da Covid-19163. Per esempio, il 14 aprile 2020, alcuni agenti a Catania hanno buttato a terra un uomo, colpendolo con i manganelli, mentre cercava di salire su un autobus. In un video visionato da Amnesty International, l’uomo non dava l’impressione di costituire una minaccia per gli agenti”.

È quanto dichiara Amnesty International in occasione del nuovo rapporto ”Sorvegliare la pandemia” sulle violazioni dei diritti umani nell’applicazione delle misure anti Covid-19 in Europa.
“Secondo quanto affermano gli organi di stampa, l’uomo soffriva di disturbi mentali e l’autista dell’autobus ha chiamato un’ambulanza perché perdeva sangue da una mano – si legge ancora nel Rapporto che ha preso in esame 12 paesi europei – La mattina del 25 aprile, giorno della Liberazione, la polizia ha fermato un gruppo di una decina di persone a Crescenzago (Milano), mentre si avviavano a un monumento per la commemorazione dei partigiani della seconda guerra mondiale. Un video girato dai residenti e pubblicato online, mostra circa 10 agenti che usano la forza in modo sproporzionato contro le persone”. 
Amnesty International sottolinea che, secondo quanto riportato dalla stampa, “le autorità hanno giustificato l’intervento della polizia sostenendo che aveva lo scopo di far rispettare le misure di lockdown, le quali comprendono anche il divieto di pubblici assembramenti. Mentre si sarebbe reso necessario disperdere l’assembramento, come richiesto dalle misure di lockdown, l’uso della forza contro persone che non costituiscono minaccia contro gli agenti sembra essere sproporzionato per poter raggiungere lo scopo legittimo di protezione della salute pubblica”.
“Secondo il diritto internazionale sui diritti umani, gli agenti di polizia possono usare la forza solo se necessario e proporzionalmente al raggiungimento di uno scopo legittimo, anche durante lo stato di emergenza – aggiunge – In nessuna circostanza le autorità possono fare ricorso all’uso della forza come mezzo di punizione nei casi di violazione delle misure di lockdown. Dovrebbero anche evitare, per quanto possibile, di mettere persone sotto custodia cautelare, dato il crescente rischio di contagio, e considerare misure alternative. Tutti coloro che si trovavano riuniti avrebbero dovuto avere l’opportunità di disperdersi spontaneamente e la polizia avrebbe dovuto considerare l’uso della forza solo come misura estrema”.



Gabrielli: la polizia ha la coscienza pulita, Amnesty sia prudente
“Nonostante il difficile momento storico, le donne e gli uomini della Polizia non si sono sottratti dall’essere presenti sul territorio con costanza, professionalità e senso del dovere per assicurare il rispetto delle misure di contenimento dal contagio del Covid 19 a salvaguardia della salute collettiva”. Lo sottolinea il capo della Polizia Franco Gabrielli in merito al rapporto di Amnesty International sull’operato delle forze di polizia in Europa durante il covid-19. “Ciascuno di essi è un esempio virtuoso come lo sono tutti coloro che con competenze, specializzazioni, mansioni differenti hanno rappresentato un aiuto prezioso per il nostro Paese nell’affrontare l’epidemia”.
“Non a caso la cittadinanza ha manifestato più e più volte sentimenti di gratitudine e riconoscenza apprezzando il lavoro dei poliziotti e degli operatori delle altre forze di polizia. Per questo ritengo oggi più che mai inopportuno e irrispettoso che Amnesty International, nel rapporto sulle violazioni dei diritti umani nell’applicazione delle misure anti Covid-19, con riguardo alle forze di polizia italiane, citi due episodi avvenuti rispettivamente a Milano ed a Catania il 25 aprile ed il 14 aprile scorsi”.
“In entrambi i casi, lungi dal sottrarci dal giudizio e dalla verifica circa la correttezza delle condotte poste in essere dagli operatori intervenuti, sono state fornite alla Camera dei Deputati in risposta a precise interrogazioni parlamentari complete informazioni. La nostra coscienza è pulita avendo operato in maniera ponderata, dando priorità, come sempre, agli strumenti del dialogo, del buon senso, della persuasione e applicando i protocolli operativi previsti in casi analoghi a quelli verificatisi. Nessuna reticenza, ma assoluta trasparenza – conclude – Peraltro, non risultano intraprese azioni giudiziarie nei confronti degli operatori coinvolti. Invito, pertanto, chi evidenzia scorrettezze ed irregolarità, alla prudenza ed all’approfondimento”.

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