La Fondazione Gimbe lancia l'allarme: "In nove regioni sempre meno tamponi, così non va"

Il trend dei tamponi totali risulta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane

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11 Giugno 2020 - 09.14


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La strategia di testing per la fase 2 continua a non essere adeguata. Lo sostiene la Fondazione Gimbe secondo cui sul fronte dei tamponi diagnostici, che condizionano il numero di nuovi casi, 9 Regioni hanno arretrato ulteriormente. Esaminando il periodo 23 aprile-10 giugno, il trend dei tamponi totali risulta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane (complessivamente -12,6%). Il trend dei tamponi diagnostici è crollato del 20,7% in prossimità delle riaperture del 4 maggio, per poi risalire e precipitare nuovamente del 18,1% in vista delle riaperture del 3 giugno.

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Nell’ultima settimana si assiste a un lieve rialzo (+4,6%). L’incremento complessivo del 4,6% (+9.431) nella settimana 4-10 giugno, rispetto a quella precedente, non è il risultato di comportamenti omogenei su tutto il territorio nazionale: infatti, mentre 12 Regioni e Province Autonome fanno registrare un incremento assoluto dei tamponi diagnostici, nelle rimanenti 9 si attesta una ulteriore riduzione.

“Da queste analisi – spiega la Fondazione – emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto il numero dei tamponi diagnostici, finalizzati all’identificazione di nuovi casi, è calato drasticamente alla vigilia delle due riaperture del Paese del 4 maggio e del 3 giugno; in secondo luogo, dopo il crollo nella settimana 28 maggio-3 giugno, complice la doppia festività, nell’ultima settimana poco più della metà delle Regioni hanno aumentato il numero dei tamponi diagnostici rispetto alla precedente; infine, proprio le Regioni con una circolazione del virus ancora sostenuta nell’ultima settimana hanno ulteriormente ridotto i tamponi diagnostici invece di potenziarli”. “L’attività di testing – conclude il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – finalizzata all’identificazione dei nuovi casi, alla tracciatura dei contatti e a loro isolamento continua a non essere una priorità per molte Regioni: purtroppo, nella gestione di questa fase dell’epidemia, in particolare dove la diffusione del virus non sembra dare tregua, la strategia delle 3T (Testare, Tracciare, Trattare, ndr) non è adeguata”.

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“Nella settimana 4-10 giugno, il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe conferma sia la costante riduzione del carico su ospedali e terapie intensive, sia l’ulteriore rallentamento dei contagi e, in misura minore, dei decessi”. In sintesi: casi totali: +1.927 (+0,8%); decessi: +513 (+1,5%); ricoverati con sintomi: -1.422 (-24,8%) ; terapia intensiva: -104 (-29,5%).

“Nel rimarcare l’affidabilità e le tempestività dei dati che provengono dagli ospedali, legati a flussi standard trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute, la Fondazione rileva che “il numero dei deceduti rimane ancora elevato per due ragioni: innanzitutto, il decesso può essere relativo a contagi non recenti; in secondo luogo, come dimostrato anche dal recente report ISTAT-ISS, la sottostima dei decessi è un fenomeno che si è progressivamente ridotto sino, verosimilmente, ad azzerarsi; il numero dei nuovi casi rimane un indicatore dipendente dal numero di tamponi diagnostici eseguiti”.

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