La prof le ordina di chiudere gli occhi durante l'interrogazione a distanza: lei si rifiuta e prende 3
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La prof le ordina di chiudere gli occhi durante l'interrogazione a distanza: lei si rifiuta e prende 3

La mamma della ragazza si è rivolta a un avvocato. Il legale: "Si tratta di un abuso non giustificato, non ci sono disposizioni del Miur.

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8 Giugno 2020 - 09.08


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Con la didattica a distanza non è facile per gli insegnanti capire se gli alunni, durante interrogazioni e verifiche, sbircino eventuali appunti collocati fuori campo o si affidino solamente alla loro preparazione. Per togliersi ogni dubbio una professoressa avrebbe chiesto a una studentessa minorenne iscritta al primo anno di un liceo scientifico di Roma Nord di tenere gli occhi chiusi durante l’interrogazione in videochat. La ragazza si sarebbe rifiutata, dicendo di sentirsi preparata. “Se non li chiudi vorrà dire che prenderai il voto che meriti”, le avrebbe detto la prof per poi segnarle un 3 sul registro elettronico. 

A raccontare la vicenda è Il Messaggero, secondo il quale la docente, prima di annotare il 3 sul registro elettronico, avrebbe detto: “Tutti fanno così, chiudono gli occhi e quindi lo devi fare anche tu”. Il fatto risalirebbe allo scorso 29 maggio. La mamma della ragazza ha denunciato l’episodio scrivendo alla preside della scuola. “Mia figlia – spiega la donna, anche lei docente, al quotidiano romano – non è stata valutata per la sua preparazione ma per il comportamento: per essersi opposta a una richiesta che trovo molto discutibile”. 

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La mamma si è anche rivolta a un avvocato. “Nonostante la didattica a distanza – dice – non è previsto da nessun protocollo ministeriale che le interrogazioni debbano svolgersi in questo modo”.

“Si tratta di un abuso non giustificato, non ci sono disposizioni del Miur che prevedono interrogazioni a occhi chiusi e bisogna considerare, inoltre, che il voto è stato dato non alla preparazione della ragazza ma al suo comportamento che non era ovviamente oggetto di giudizio. E’ stato un gesto estremamente violento, coercitivo nei confronti di una minore, nei confronti del quale ci riserviamo di seguire tutte le strade possibili a nostra disposizione”, è invece il commento del legale della famiglia, Alessandro Corsi, che si riserva di presentare querela contro il docente se la scuola non prenderà provvedimenti e di presentare ricorso qualora il voto dovesse incidere sullo scrutinio finale della ragazza.

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