Maria ha finalmente giustizia: preso l'uomo che l'ha massacrata e uccisa
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Maria ha finalmente giustizia: preso l'uomo che l'ha massacrata e uccisa

Siamo stati i primi a raccontarvi un femminicidio efferato che sembrava cancellato nel nulla. Ma per questa donna uccisa in un prato dal suo compagno, è arrivato infine il momento di riposare in pace

I fiori per Maria dell'Ottavo Municipio sul luogo del femminicidio
I fiori per Maria dell'Ottavo Municipio sul luogo del femminicidio
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6 Giugno 2020 - 09.17


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Lo hanno preso, alla fine. Ieri sera. Dopo quasi tre settimane. L’uomo che ha massacrato Maria, la donna slovacca ammazzata a mani nude in un prato di Roma, è ora in carcere. Arrestato dai carabinieri. Ha 41 anni, è un rumeno senza fissa dimora. E’ stato l’indiziato numero uno da subito, anche lui sopravviveva in quel parco, il Parco Don Picchi, tra Poggio Ameno e la Montagnola, lungo la Colombo, la strada che unisce il centro della Capitale all’Eur. Un’area verde dedicata alla solidarietà in memoria del prete che sosteneva gli ultimi. Proprio lì, devastante beffa di una storia terribile, dolorosa. Era l’11 maggio scorso quando un ragazzo con un cane intravede per terra, tra vecchie coperte, Maria: il viso tumefatto, il sangue. Nessuno ci fa caso, qualcuno dice: “Fatti gli affari tuoi, sarà ubriaca”. Ma il giovane non se la sente di passare oltre, chiama l’ambulanza.
Maria viene portata d’urgenza in ospedale, al San Giovanni. E’ già in coma. Morirà nella notte.
Il comunicato dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma dice: “Le indagini, coordinate da Francesco Gualtieri del pool specializzato della Procura di Roma, hanno permesso, sin da subito, di convogliare le attenzioni investigative sul compagno convivente della vittima, rintracciato dai Carabinieri della Compagnia E.U.R. nella zona. L’uomo non è stato in grado di fornire una versione convincente di quanto avvenuto tra la sera del 10 e le prime ore dell’11 maggio scorsi. I successivi accertamenti tecnici di laboratorio, effettuati dal R.I.S., non hanno lasciato dubbi sul fatto che l’indagato fosse l’ultima persona con cui la vittima era entrata in contatto e con il quale avrebbe avuto una colluttazione. Il fermato è stato, quindi, rintracciato nel quartiere San Lorenzo e portato nel carcere di Regina Coeli, dove rimane in attesa di essere interrogato dal G.I.P., al quale dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e omicidio aggravato”.

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Maria aveva 40 anni,  era slovacca, senza dimora. Siamo noi di Globalist  i primi a raccontarvi questa storia che sembrava avvolta nel silenzio. Nessuno a denunciare, nessuno a scandalizzarsi, a provare sconcerto, dolore. Neanche un titolo sui giornali. Un femminicidio efferato, sconvolgente, brutale. Una ferocia assoluta. 

Lui, l’assassino, è un violento. Spesso ubriaco. Anche la mattina dei rilievi, lo scorso 11 maggio, girovagava in zona con una bottiglia di vino, la maglietta sporca di terra e sangue. Ha ucciso Maria così, massacrandola di botte, a pochi metri dai palazzi.

E’ una vicenda che nelle ultime 48 ore ha avuto finalmente una svolta. L’uomo in carcere e la comunità di zona radunata, giovedì scorso, in quel parco per portare un fiore a una donna uccisa. Per ricordarla. Per tenere alta l’attenzione. L’Ottavo Municipio ha voluto trasformare quell’angolo verde in un luogo di memoria e riflessione. Come ha detto Michela Cicculli, assessora alle politiche di genere: “Di Maria sappiamo che la sua vita di emarginazione e difficoltà avrebbe dovuto essere diversa. Nessuna morte è come tutte le altre, nessun femminicidio ammette semplificazioni e strumentalizzazioni. Vi invitiamo a portare un fiore per chiedere verità e giustizia per Maria e per tutte le donne che in questi mesi, chiuse in casa, hanno gridato senza essere ascoltate”.

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Oggi l’urlo di quella donna senza voce è stato infine ascoltato. Questo pomeriggio monsignor Palmieri, il vescovo ausiliario di Roma, andrà a pregare nel parco dove una vita disperata e sola è stata uccisa nell’indifferenza.

 

Riposa in pace, Maria.

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