La manifestazione neofascista scempio a Roma, ai piedi delle rose
Top

La manifestazione neofascista scempio a Roma, ai piedi delle rose

Il paradosso è che questo orrore si sia svolto nelle vicinanze della rosa italiana n.73, vincitrice di un concorso internazionale: una rosa coltivata per anni nel roseto che si affaccia sul circo Massimo

Fascisti a Roma
Fascisti a Roma
Preroll

Chiara D'Ambros Modifica articolo

6 Giugno 2020 - 17.28


ATF

La democrazia garantisce la libertà di espressione ma la nostra costituzione dichiara l’apologia del fascismo fuori legge. Questo perché il fascismo è stata una dittatura e la dittatura è la negazione della democrazia non secondo un’interpretazione ma per dato di fatto.

Le scene di violenza viste oggi pomeriggio a Roma hanno radici in quell’ideologia fascista anticostituzionale.

La prima domanda che resta misteriosamente priva risposta è come si sia potuta autorizzare una manifestazione dichiaratamente neofascista.

La seconda è se queste scene, sentendo le urla che si alzano da questi gruppi, contro la stampa, contro il governo destino stupore.

Alla prima domanda difficile trovare una risposta ma credo che le istituzioni la dovrebbero ai cittadini democratici e pacifici di questo paese. La seconda invece suona quasi retorica. Non stupisce. Molti commentatori già dicono “era prevedibile”.

Una conclusione allora: come si può permettere un tale scempio di civiltà? Dare spazio e visibilità a tanto orrore. Orrore sì, perché se non bastassero gli atti in sé, la presenza di tanta bellezza attorno a uomini e donne.. – ops a dire il vero quasi solo uomini – che si picchiano, buttano bottiglie vuote contro persone armate al massimo di microfoni e telecamere, non può che esaltare ancora di più l’oscurità dell’ideologia di riferimento di questi soggetti.

Leggi anche:  Alla Sapienza la polizia carica il corteo pro-Palestina: scontri

Oltre ad un insulto ai valori fondanti della nostra società, per chi conosce quei luoghi, tra il Palatino, uno degli scorci più belli della città, e l’Aventino provoca dolore fisico vedere lo fregio compiuto oggi.

Questo dolore morale e civile credo sia da tenere stretto e da monito. Dare spazio a forze antidemocratiche questo provoca. Lo sapevano bene i nostri padri costituenti, l’avevano vissuto sulla loro pelle, alcuni avevano sentito le botte in piazza in prima persona e per questo hanno pensato a delle leggi per evitarlo e in difesa dei valori che come la bellezza sono minacciati da qualche Forza Nuova ma di nostalgica ispirazione, in azione in questi tempi con una libertà forse discutibile.

Ad assistere agli scontri di oggi da una prospettiva privilegiata, più in alto e un po’ da lontano c’è stata anche una creatura eccellente. La rosa italiana n.73, Vincitrice di un concorso internazionale, il premio Roma. E’ una rosa coltivata per anni nel roseto che si affaccia sul circo Massimo , dal lato dell’Aventino. In questo sito storicamente c’era un cimitero ebraico che nel ’34 fu spostato al Verano. La Comunità ebraica permise di ricreare un roseto in questo luogo sacro nel 1950, dato che l’antico Roseto che si trovava a Colle Oppio era andato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Leggi anche:  Malore in campo per Ndicka: sospesa Udinese-Roma

Dare spazio e legittimità a certe falangi estreme allontanano assai dalla possibilità che le prime pagine dei giornali e dei telegiornali possano avere più spazio per parlare di esempi civili virtuosi e costruttivi, generatori di fiducia e solidarietà, di rose e di concorsi floreali piuttosto che di uomini morti a terra sotto ginocchia di altri uomini solo per il proprio colore della pelle o di manganellate e fumogeni.

Native

Articoli correlati