Ippolito piange in tv: "Per ripartire dobbiamo ripensare alle bare di Bergamo"

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello “Spallanzani” di Roma, interviene ad “Agorà” su Raitre invitando tutti a non fare inutili polemiche

Ippolito si commuove
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2 Giugno 2020 - 09.59


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“L’emergenza non è finita, il virus continua a circolare. Il ricordo dei morti deve essere sempre nei nostri cuori”. Lo ha detto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello “Spallanzani” di Roma, intervenendo ad “Agorà” su Raitre.
“Non è il momento di polemizzare – ha aggiunto – in ogni cosa detta c’è un pezzetto di verità ma le informazioni vanno lette nel loro complesso. Non disperdiamo i sacrifici degli italiani che hanno lavorato in questi mesi e hanno vissuto in povertà o hanno tenuto in 40mq di casa i propri figli. Non facciamo polemiche attorno alla malattia, oggi dobbiamo ricostruire l’Italia, non ci bastano più i livelli del piano Marshall. Noi stiamo ripartendo e dobbiamo pensare alle bare che uscivano dall’ospedale di Bergamo. Dobbiamo essere uniti, il resto è inutile polemica”

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“Dobbiamo essere vigili perché questa operazione di ricostruzione della sanità, per la quale potremo avere tanti fondi, non si trasformi in un meccanismo terribile dove possano esserci ruberie e chi se ne approfitta: le emergenze sono il posto migliore perché la gente si arricchisca”. Ha continuato Giuseppe Ippolito.
“I cittadini – ha aggiunto Ippolito – devono garantirsi che non ci siano più ospedali senza personale: cacciamo fuori i raccomandati e, se possibile, cacciamo fuori la politica dalla sanità. Ridefiniamo un nuovo modello di servizio sanitario: o lo facciamo adesso o non lo faremo più, ci vorranno altre due generazioni ”.

 

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