Il sindaco di Milano chiede scusa ai sardi: "Sono stato ruvido"
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Il sindaco di Milano chiede scusa ai sardi: "Sono stato ruvido"

Il «mea culpa», con tanto di foto della sua barca in un mare cristallino, continua: Il mio “me ne ricorderò”, comunque sbagliato nella forma, era rivolto alla politica sarda.

Solinas e Sala
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1 Giugno 2020 - 11.42


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Il sindaco di Milano fa le scusealla Sardegna con un post su Instagram: «Quando oltre al lavoro nella mia vita esisteva anche il tempo libero, il mio massimo piacere era starmene sulla mia barca a vela. Poi l’ho venduta, ma negli ultimi anni l’ho sempre lasciata in Sardegna, prima alla Maddalena e poi a Cagliari. Non posso certamente provare sentimenti negativi verso la Sardegna».

Il primo cittadino milanese in un videomessaggio ai suoi cittadini aveva affermato:«Patente di immunità chiesta ai milanesi? Ce ne ricorderemo». E il governatore isolano aveva replicato: «Sala in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia». E aveva cercato di chiarire che «nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività». La controreplica di Sala era arrivata su Facebook: «Ho parlato a titolo personale, ma non tiro proprio indietro la mano: io non andrei in vacanza laddove fosse richiesto un test di negatività al virus. A parte il fatto che non è così semplice disporre di questi test, penso sia sbagliato discriminare gli italiani per regioni di appartenenza. Milano e la Lombardia saranno sempre terre di libertà e di accoglienza. Ci aspettiamo lo stesso dal resto del Paese».
Il «mea culpa», con tanto di foto della sua barca in un mare cristallino, continua: «Il mio “me ne ricorderò”, comunque sbagliato nella forma, era rivolto alla politica sarda. So di essere spesso ruvido. Ma forse stavo anticipando un tema sentito dai cittadini. E lo dico alla vigilia della Festa della Repubblica. Certo, il punto centrale non è dove si fanno le vacanze. Ma, molto semplicemente, penso che il sentirsi una sola comunità debba trovare conferma nei momenti positivi e in quelli difficili. E penso anche che la generosità e il senso di accoglienza di Milano non ci abbiano mai portato a fare alcun distinguo. Tutto qui». 

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