L'ironia di De Luca sugli assistenti civici: "60mila venditori di cocco e raddrizzatori di banane"
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L'ironia di De Luca sugli assistenti civici: "60mila venditori di cocco e raddrizzatori di banane"

Il presidente della Campania intervenendo al programma 'Aspettando le Parole' su RaiTre: "Alla domanda 'cosa devono fare ci è stato risposto che non fanno nulla, fanno moral suasion"

Il presidente della Campania Vincenzo De Luca
Il presidente della Campania Vincenzo De Luca
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30 Maggio 2020 - 20.28


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Lui è polemico con il governo e teme che l’apertura generalizzata possa compromettere l’equilibrio raggiunto.
Non senza ironia: “Alla domanda ‘cosa devono fare gli assistenti civici’ ci è stato risposto che non fanno nulla, fanno moral suasion. E quando abbiamo chiesto se avessero una qualifica professionale per fare questo lavoro ci è stato detto che è gente che può venire da tutte le parti, quindi io mi preparo ad avere 60mila venditori di cocco, raddrizzatori di banane, gente che si ritroverà a fare questo lavoro in maniera improbabile. E vabbè, è l’Italia di oggi”. 


Così ha commentato il presidente della Campania Vincenzo De Luca il ruolo degli assistenti civici intervenendo al programma ‘Aspettando le Parole’ su RaiTre.
Poi sulle polemiche con gli altri paesi europei: “Li capisco i greci, sono gli italiani che devono capire, fino in fondo, che se l’Italia non darà l’immagine di sicurezza, sarà difficile riprendersi da questa situazione. Il tema della sicurezza sanitaria non è un optional. Mi auguro che sempre più l’Italia si possa presentare con questa immagine”.
Possono i lombardi venire a Positano il 4 giugno? “Credo proprio di sì”.
“Siamo arrivati a questo 3 giugno tanto per cambiare nel modo peggiore, in un clima di incertezza, di confusione – ha aggiunto – Io proporrei da oggi in poi di togliere il nome delle regioni: non parliamo più di Lombardia, di Piemonte, parliamo di territori nazionali. Io mi sarei aspettato dal governo nazionale l’assunzione di un criterio oggettivo e semplice. Nei territori del nostro Paese nei quali per un mese di fila si registrano più di 200 casi di contagio al giorno è ragionevole che sia una limitazione della mobilità. Che questo territorio si chiami Campania o si chiami Lombardia o si chiami Emilia non conta nulla”.

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