Sala offeso con la Sardegna e la Sicilia è l’ennesimo segno di una politica immatura e farsesca
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Sala offeso con la Sardegna e la Sicilia è l’ennesimo segno di una politica immatura e farsesca

In un paese normale, e non in un asilo nido, sarebbero i lombardi a dire: “Siamo ancora in pandemia, non andiamo da nessuna parte”. Invece, succede esattamente il contrario.

Beppe Sala
Beppe Sala
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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

28 Maggio 2020 - 16.04


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Le parole di Sala su Sicilia e Sardegna lasciano francamente esterrefatti: verrebbe da pensare che, per il sindaco di Milano, le due Regioni del Sud miracolosamente scampate a gravi focolai stiano facendo un dispetto alla Lombardia, richiedendo un patentino sanitario per gli abitanti di una delle Regioni più colpite al mondo. Parlo di dispetto perché Sala che afferma “me ne ricorderò quando andrò in vacanza” fa un commento degno di un cinquenne all’asilo e non di un bravo sindaco (quale lui è) di una grande città.

Non è colpa di nessuno se il Coronavirus ha colpito la Lombardia con tanta virulenza. Forse è colpa di qualcuno, e le indagini sono già partite, se l’Italia sta guarendo dal virus mentre la Lombardia continua ad esserne ostaggio. Ma sicuramente, la richiesta di Sicilia e Sardegna non è una ‘vendetta’ nei confronti dei milanesi che tanto a lungo li hanno chiamati ‘terroni’. È una richiesta dettata dalla giusta preoccupazione di tutelare la propria cittadinanza, tutelare tutta l’Italia e un settore, quello del turismo, che potrebbe miracolosamente ripartire nonostante l’annus horribilis che ci ha investiti. E che non è ancora finito.

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In un paese normale, e non in un asilo nido, il sindaco Sala e i lombardi in generale direbbero: “Siamo ancora in pandemia, non andiamo da nessuna parte perché potrebbe essere pericoloso”. Invece, succede esattamente il contrario, con Sala che rivendica il diritto dei milanesi di andare a portare l’eventuale contagio in vacanza con loro, con frasi che lasciano basiti come ‘in Sardegna il turismo lo abbiamo inventato noi”. Ma cos’è, una gara? Ci vogliamo rendere conto che questa è un’emergenza mondiale? Vogliamo capire che il rischio di un nuovo focolaio è più importante del desiderio dei milanesi di andare a Porto Cervo? È davvero così difficile capire che non stiamo parlando di Nord contro Sud, di questa eterna e ridicola faida che divide il paese da secoli, ma della salute delle persone e del futuro di tutto il Paese? Sala era uno dei pochi politici di questo paese che ispirava fiducia: lasciamo che questa sia solo una triste scivolata e cerchiamo, tutti, di crescere, una buona volta.

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