Caso Palamara, Ermini: "Attaccano me per colpire il Csm"

Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura al Corriere: "Le mie frasi intercettate nel caso Palamara? Strumentalizzati colloqui irrilevanti".

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20 Maggio 2020 - 07.16


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“Si vuole screditare me per delegittimare l’istituzione, ed è un tentativo tuttora in atto. Hanno capito che per far cadere questo Csm devono far cadere me, ma io non mi presto a questo gioco al massacro”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il vicepresidente del Csm, David Ermini, che si difende dalle nuove accuse del ‘caso Palamara’ perché nelle intercettazioni dell’ex pm indagato per corruzione compaiono altri consiglieri tuttora in carica, compreso il vicepresidente David Ermini.

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“Con la conclusione dell’inchiesta della Procura di Perugia – spiega Ermini – viene alla luce tutto il materiale raccolto dagli inquirenti, ma questo non deve distogliere l’attenzione dai fatti contestati, che rimangono molto gravi. Il resto non è stato valutato rilevante sotto il profilo penale, ora toccherà alla Procura generale della Cassazione e al ministero della Giustizia stabilire se ci sono aspetti di rilevanza disciplinare”.

Ermini ammette di essere stato “eletto sulla base di un accordo politico tra le correnti” ma rivendica di essersi “opposto alle richieste di chi voleva condizionare la gestione del Consiglio”.

“Io mi sono sottratto alle richieste e desideri di chi voleva eterodirigere il Consiglio. E ho dimostrato fin dall’inizio di ricoprire il mio ruolo in autonomia al servizio dell’istituzione consiliare. Lo testimoniano le successive intercettazioni dove dicono: “Abbiamo fatto una c…ta a mettercelo”″.

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