"Vi prego di bocciare mia figlia", l'appello della madre di una bambina disabile
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"Vi prego di bocciare mia figlia", l'appello della madre di una bambina disabile

Beatrice ha 10 anni ed è affetta da una grave forma di epilessia farmacoresistente.

Immagine di repertorio
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19 Maggio 2020 - 10.09


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Beatrice ha dieci anni, frequenta la quarta C presso la Scuola Primaria Antonio Scarpa di Milano, ed è affetta da una grave forma di epilessia farmacoresistente che ne ha compromesso anche le capacità cognitive. Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus non ha più visto un insegnante, per questo la madre chiede, attraverso un appello sul Corriere della Sera, che la figlia venga bocciata. “La sua scuola l’ha abbandonata. Se viene promossa in quinta elementare non riuscirà a recuperare le lacune accumulate”, ha affermato.

La piccola usufruisce di un Piano Educativo Individuale (PEI), ha un insegnante di sostegno in classe e un’educatrice per aiutarla nelle autonomia personali: la scuola non ha mai contattato la mamma per fare modifiche al piano educativo, dato l’isolamento allora in corso. 

Ci sono state inviate dall’insegnante di sostegno delle schede che abbiamo cercato di far compilare a Beatrice, ma che non ci è mai stato chiesto di restituire sia per compensare la bambina dell’impegno che, nel contempo, per offrire ai suoi insegnanti un qualche elemento di valutazione. Anzi a mia esplicita richiesta, mi è stato detto che non era necessario restituirle. Beatrice lo ha capito che quel lavoro non interessava ai suoi insegnanti e non ha più voluto farlo. A nulla sono valse le richieste che ho rivolto all’insegnante di sostegno per sollecitare un contatto tra Beatrice e i suoi insegnanti curriculari. E a nulla sono valsi i tentativi di affrontare la questione con il dirigente scolastico che ha sempre rifiutato di darmi le informazioni che mi sono dovute e, in particolare, sulla base di quali criteri e rispetto a quali obiettivi Beatrice avrebbe dovuto essere valutata.

In sintesi, secondo la madre, “Beatrice è stata abbandonata. Del resto – aggiunge – questo è il destino dei più deboli quando la strada si fa impervia. Un fatto è certo: quest’anno scolastico per Beatrice si è concluso il 21 febbraio”. Per questo chiede una bocciatura programmata. 

Essere bocciata è quello che le serve perché, a causa della sua disabilità, Beatrice non ha una capacità di recupero paragonabile a quella degli altri bambini e, nelle sue condizioni, non avrebbe la possibilità di affrontare la quinta classe e coprire le distanze che la separano dal raggiungimento degli obiettivi del PEI. Una promozione in questa situazione sarebbe un danno oltre che una beffa per una bambina che, priva delle competenze che avrebbe dovuto acquisire nel corrente anno, dovrebbe recuperare quelle e, contemporaneamente, affrontare l’acquisizione delle nuove senza possedere gli strumenti per fare né l’una cosa né l’altra.

Al momento la richiesta è stata respinta dal dirigente che ha comunicato che il decreto n. 22 dell’8 aprile stabilisce la promozione di tutti gli alunni, anche in presenza di insufficienze. Una decisione presa nell’interesse di tutti gli alunni. Ma se l’interesse di Beatrice è quello di non essere promossa – si domanda la mamma – perché non dovrebbe essere preso in considerazione?

Beatrice, la cui unica colpa è quella di essere nata, merita molto di più e molto di meglio di questo trattamento ottuso e formalistico, totalmente indifferente ai suoi bisogni e al suo destino.

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