Il presidente della Cei: "Regolarizziamo le persone sfruttate e esposte al contagio"
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Il presidente della Cei: "Regolarizziamo le persone sfruttate e esposte al contagio"

Il cardinale Gualtiero Bassetti: "Ci sono almeno 600mila persone, molte delle quali lavorano nei campi o nell'assistenza ai nostri anziani e alle nostre famiglie, prive di ogni diritto e di ogni sussidio".

Il presidente della Cei Gualtiero Bassetti
Il presidente della Cei Gualtiero Bassetti
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6 Maggio 2020 - 19.20


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Nel governo non c’è accordo. Perché l’anima ‘salviniana’ M5s è ancora presente nell’esecutivo e, come dimostrano i decreti sicurezza, i grillini giocati da Di Maio furono complici e convinti assertori delle norme più xenofobe, liberticide e illiberali mai approvate negli anni della repubblica.
“Chiediamo a chi ha il compito di promuovere il bene comune di non dimenticare queste persone, questi nostri fratelli e sorelle, e di indicare le vie per una loro regolarizzazione, non solo di quelli che possono esserci ‘utili’, ma di tutti coloro che sono nel nostro Paese, come premessa indispensabile alla tutela della salute di tutti e al ripristino della legalita’”. Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, si unisce all’appello che ha fatto stamani il Papa all’udienza generale per la regolarizzazione dei tanti braccianti agricoli, tra i quali tanti migranti, e dei lavoratori sfruttati.
“Non possiamo dimenticare che in questo momento, tra i tanti che sono in grave difficoltà nel nostro Paese e ai quali come Chiesa siamo vicini – osserva al Sir il presidente della Cei – ci sono almeno 600mila persone, molte delle quali lavorano nei campi o nei servizi di cura e assistenza ai nostri anziani e alle nostre famiglie, prive di ogni diritto e di ogni sussidio. Queste persone sono gravemente esposte non solo allo sfruttamento lavorativo, ma anche per la loro stessa salute, rischiando di diventare, loro malgrado, fonte di contagio per tutti”.
“Crediamo davvero, come ci ha ricordato Papa Francesco, che siamo sulla stessa barca, partecipi delle stesse preoccupazioni e delle stesse attese: ognuno, qualunque sia la sua provenienza, la sua età o condizione, è degno di rispetto ed è amato da Dio in modo unico”, conclude il porporato.

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