Calano i malati e aumentano i guariti, Borrelli: "Numeri confortanti"; ma ancora 464 morti

Prosegue il calo dei degenti in terapia intensiva: sono in totale 2.267 le persone ricoverate, 117 in meno rispetto a ieri. Si tratta del 20esimo giorno consecutivo in cui i ricoveri in terapia intensiva si riducono. 

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23 Aprile 2020 - 16.43


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Dall’inizio della pandemia in Italia ci sono stati 188.973 casi, quindi 2.646 in più di ieri, quando erano stati 3.370. Ci sono 25.549 vittime, 464 in più. 
Prosegue il calo dei degenti in terapia intensiva: sono in totale 2.267 le persone ricoverate, 117 in meno rispetto a ieri. Si tratta del 20esimo giorno consecutivo in cui i ricoveri in terapia intensiva si riducono. 
Sono 57.576 i guariti dal Coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 3.033. È il numero più alto dall’inizio dell’emergenza, mentre l’aumento ieri era stato di 2.943. 
Sono oltre un milione gli italiani che sono stati sottoposti a tampone. Dai dati della Protezione Civile emerge che gli esami effettuati fino ad oggi sono stati infatti 1.579.909 che hanno riguardato complessivamente 1.052.577 persone. L’incremento del numero dei tamponi rispetto a ieri è di 66.658.

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Per la prima volta i “numeri sono particolarmente confortanti: il numero di dimessi e guariti supera il numero di nuovi casi nel Paese”, ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli facendo il punto sui dati del contagio in conferenza stampa.

I dati in Lombardia 
Sono 70.165 i positivi al Coronavirus in Lombardia, 1073 in più di ieri. I decessi sono arrivati a 12.940 (+200), mentre i ricoverati in terapia intensiva sono scesi sotto quota 800: sono infatti 790 (-27). I ricoverati Covid negli altri reparti sono invece 9.192. “In 20 giorni siamo riusciti a ottenere un risultato importante”: l’assessore alla Protezione civile della Lombardia Pietro Foroni così ha commentato i dati sul dimezzamento in 20 giorni dei ricoverati in terapia intensiva per Covid. “Il 3 aprile eravamo al picco con quasi 1.400 ricoverati in terapia intensiva, oggi siamo sotto gli 800, a 790”.

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Al via a Roma la sperimentazione sul trasporto pubblico per l’avvio della fase 2. In alcune stazioni della metro saranno effettuate le prime prove per contingentare gli ingressi e monitorare i flussi dei passeggeri per fasce orarie. Su alcune linee bus partirà il primo monitoraggio per verificare l’affluenza, anche grazie all’ausilio dei contapasseggeri e di personale a bordo.

L’appello dei medici del lavoro
“Dateci la possibilità di fare tamponi e test sierologici sui lavoratori per far ripartire in sicurezza” le aziende. Lo chiedono i medici ‘competenti’, deputati alla sorveglianza dei lavoratori in azienda e che avranno un ruolo importante nella fase 2. Altrimenti, avvertono, “non possiamo verificare se un lavoratore è affetto da Covid-19”. Il network Consulcesi, che tutela legalmente i medici competenti, ha sottoposto a Ministero, Regioni, Protezione civile e Ordini tali istanze.

Troppi morti rispetto ai posti disponibili nei cimiteri.
È la realtà di decine di comuni italiani tanto che il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha firmato un’ordinanza nella quale si prevede che, “per far fronte alle necessità di sepoltura”, i prefetti possano “disporre l’ammissione di defunti in ogni cimitero comunale dell’ambito territoriale di competenza, anche in deroga agli eventuali limiti stabiliti nei regolamenti comunali di polizia mortuaria”.

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Morti due farmacisti, bilancio sale a 13 
Salgono a tredici i farmacisti uccisi dal Covid-19. Sono infatti scomparsi, rende noto la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), altri due farmacisti: Angela Casotti, che esercitava in una farmacia di Fidenza (PR), e Mauro Toccaceli, socio titolare di una farmacia di Limbiate (MI). “Due professionisti e due persone stimati e amati dalla collettività per la quale hanno rappresentato un riferimento anche sul piano umano – sottolinea Andrea Mandelli, presidente Fofi – Non ci sono più parole ormai per descrivere il dolore per queste perdite, che sono anche il riflesso di una situazione critica. Ai farmacisti, malgrado le nostre richieste risalgano al 24 febbraio e gli impegni assunti dalle autorità, non sono ancora stati consegnati i necessari dispositivi di protezione”. A questa “grave difficoltà – rileva – si aggiunge il fatto che la reperibilità e il prezzo delle mascherine sono un costante motivo di incomprensione con il pubblico e sono all’origine di frequenti controlli delle autorità”.

Intanto un nuovo appello alle autorità competenti a intervenire sulla speculazione e le difficoltà di distribuzione di mascherine arriva da Federfarma, che chiede di poter vendere i dispositivi di protezione “a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici” che annuncia di esser costretta, in assenza di provvedimenti, “a suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine”. Sono introvabili e dai prezzi altissimi, spiegano, con la conseguenza di multe e sequestri per problemi di cui i farmacisti non sono responsabili ma “le prime vittime”.

 

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