"Autoritratto" di Maddalena, anestesista, vittima numero 145 tra i medici
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"Autoritratto" di Maddalena, anestesista, vittima numero 145 tra i medici

Maddalena era di Bergamo e nella sua martoriata Bergamo lavorava, ha continuato a lavorare finché avuto la forza. Il suo ultimo post sui social: "Agisci come se quel che fai facesse la differenza. La fa".

Operatori sanitari nei tempi del coronavirus
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22 Aprile 2020 - 17.04


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“Agisci come se quel che fai facesse la differenza. La fa”. Era il 13 febbraio e sulla sua pagina Facebook Maddalena Passera, anestesista, annotava questa frase di William James, psicologo e filosofo statunitense di fine’800. Due mesi dopo, Maddalena è la 145esima, l’ultima in ordine di tempo di centoquaranta medici morti in Italia nella lotta al virus, per salvare uomini e donne dalla morte. Maddalena era di Bergamo e nella sua martoriata Bergamo lavorava, ha continuato a lavorare finché ne avuto la forza. 

Per evitare che anche lei, come gli altri, vada via soltanto come un numero sommato ai tanti, troppi, ci piace scorrere, da amici come non fummo, quel che Maddalena  ha avuto il pensiero di scrivere sul suo “diario” pubblico prima che non avesse più tempo di farlo, risucchiata da una devastante emergenza, poi dal male che contribuiva a combattere.

Qualche giorno dopo riprende parole del Dalai Lama: “Si chiama calma quando s’impara bene ad amare, quando l’egoismo cede il posto al dare e l’anticonformismo svanisce per aprire il cuore e l’anima a chi vuole ricevere e dare”.

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E andando a ritroso nei suoi appunti condivisi con gli amici, ancora una frase del Dalai Lama che sembrano le parole che medici, e non, avrebbero dato a tutti noi, invitandoci a restare a casa, a fermarci per aiutare chi in corsia e nelle terapie intensive – come la stessa Maddalena – si facevano in mille per fermare e vincere il male insidioso:” La vita è tutta una questione di equilibrio. Non sempre è necessario fare qualcosa. A volte è assolutamente necessario spegnere tutto, rilassarsi e non fare nulla”.

Ed ancora, in una poesia di Borges, un passo significativo: “Ereditai valore, non fui valoroso”. Quindi, Emily Dickinson: “Non conosciamo mai la nostra altezza finché non siamo chiamati ad alzarci. E, se siamo fedeli al nostro compito, arriva al cielo la nostra statura. L’eroismo che allora recitiamo, sarebbe quotidiano, se noi stessi non ci incurvassimo di cubiti per la paura d’essere dei re.”. E La Merini: “Mi tocca sempre inventare il cielo per essere felice”. Tanta poesia, passi sulla vita. Ed anche il verso di una poetessa che per me è una condivisione,  Wislawa Szymborska:” Conosciamo noi stessi solo fin dove siamo stati messi alla prova. Ve lo dico dal mio cuore sconosciuto”.

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o. dis.

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