L'arcivescovo di Bologna sul 25 aprile: "Grati a chi ha combattuto per la Liberazione"
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L'arcivescovo di Bologna sul 25 aprile: "Grati a chi ha combattuto per la Liberazione"

Il Cardinal Zuppi: "Chi ha combattuto per l'Italia ci ha regalato 75 anni di pace. Questa è una festa di tutti"

Matteo Zuppi
Matteo Zuppi
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17 Aprile 2020 - 17.27


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Il Cardinale di Bologna Matteo Zuppi, in un’intervista rilasciata al periodico dell’Anpi provinciale ‘Resistenza e Nuove Resistenze’, ha parlato di questa Festa della Liberazione, la 75esima: “Il 25 aprile” ha detto Zuppi, “è una ricorrenza che ha corso il rischio di essere vissuta come una festa di parte, a volte retorica. Al contrario, non dobbiamo dimenticare che è la festa di tutti e celebra i valori fondanti del nostro Paese”. 
“Dobbiamo essere grati, infatti, a quella generazione che ha vissuto la guerra e combattuto per la Liberazione – continua il cardinale – perché ci ha regalato la Costituzione e 75 anni di pace. Lo spirito, oltre che la lettera, della Costituzione è un regalo sofferto e dolorosissimo, ma che ci consegna una visione dello Stato e della politica in grado di unire persone e pensieri anche molto diversi tra loro”.
Questa è “un’eredità preziosissima che è per tutti. Questo comune sentire, capace di unire idealità diverse per il bene del nostro Paese e di superare le parti – sottolinea Zuppi – è cio’ che ci unisce e rappresenta un’enorme ricchezza perché in grado di dire e dare ancora moltissimo”.
E il 25 aprile è un appuntamento che rientra appieno anche nel calendario di un arcivescovo, perche’ “la Chiesa vive nella città degli uomini – dichiara Zuppi – e gli appuntamenti della città degli uomini sono quelli che uniscono tutti. Ricorrenze come la fine della guerra e la Liberazione dell’Italia e dell’Europa dal nazifascismo sono davvero importanti, perché tutti vi si possono riconoscere”.
Infine, in vista dell’anniversario, “vorrei rendere omaggio ai soldati inglesi e polacchi, morti nella nostra terra perché potessimo essere liberi”, conclude il prelato.
“Penso al 25 aprile e credo che non possa essere tollerabile che nelle piazze italiane risuonino impunemente parole di morte e sanguinari inviti e che le condanne non esistano o siano silenziose”, sottolinea il presidente della Comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, sempre sul periodico dell’Anpi.
“Non è tollerabile – continua De Paz – che ci si trovi a fronteggiare un rigurgito di fascismo e, peggio ancora, di neonazismo”. Il 25 aprile “per noi italiani penso che sia rispetto reciproco, conoscenza della storia – aggiunge il presidente della Comunità ebraica – consapevolezza nel credere al diritto di manifestare il proprio pensiero, resistenza a ogni forma di banalizzazione, negazionismo e, peggio ancora, falsificazione della storia”.
La memoria della lotta partigiana “deve essere coltivata, nutrita, preservata, ricordata e rivivificata potremmo dire, oggi in un momento storico in cui la barbarie dei nuovi fascismi avanza sempre piu'”, è l’appello di Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii).
“La barbarie nazifascista oggi sta trovando purtroppo nuovi spazi, travestita sotto nomi diversi; le nostre democrazie – scrive Lafram sul periodico dell’Anpi – non sono salde come crediamo ed è necessario oggi piu’ che mai vigilare e vegliare sulla memoria della lotta partigiana, darle nuova linfa di fronte ai ‘sovranismi’, spesso forme di fascismo camuffate”. Ecco perché il 25 aprile “deve diventare anche per la comunità islamica italiana una data fondamentale – conclude il presidente dell’Ucoii – in cui esprimere tutta la propria appartenenza a una comunità piu’ ampia, una comunità nazionale, antifascista e antirazzista”.

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