L'arcivescovo di Loreto: "Non prendo ordini da Salvini, chiese chiuse a Pasqua"

Le parole nette di monsignor Fabio Dal Cin "Con il virus non si scherza, è micidiale. Sono richiesta irricevibili"

L'arcivescovo di Loreto monsignor Fabio Dal Cin
L'arcivescovo di Loreto monsignor Fabio Dal Cin
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8 Aprile 2020 - 14.28


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Anche la chiesa si è rotta. A parte qualche sacerdote modello ‘franchista’, di quelli che andavano di moda nella Spagna della dittatura e a parte qualche opportunista, la stragrande maggioranza della Chiesa si è stancata delle sparate e delle ingerenze di Salvini, lo spacciatore abusivo di vangeli e rosari la cui azione è l’esatto opposto degli insegnamenti di Gesù Cristo, a partire dal bussate e vi sarà aperto che non è esattamente traducibile nei ‘porti chiusi’ o altro.
“Non prendo ordini da Salvini, le chiese restano chiuse a Pasqua”. Parola del rettore del santuario di Loreto, monsignor Fabio Dal Cin. Ancora a distanza di giorni dall’appello del segretario della Lega a riaprire le chiese a Pasqua, il fronte cattolico dichiara “irricevibile” la proposta nella pandemia da Covid-19.

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“Io tengo sempre la mascherina – osserva  l’arcivescovo delegato pontificio di Loreto che stasera presiederà il Rosario anti pandemia promosso dalla Cei in un santuario diverso ogni settimana – Con il virus non si scherza, è micidiale. La tolgo solo per recitare il Rosario”.
Il rettore del santuario guarda con preoccupazione al dopo coronavirus anche dal punto di vista economico: “Lungi dal sembrare un manager, ma sono preoccupato per le 34 famiglie che dipendono economicamente dal santuario. Sarà fondamentale assicurare loro il sostentamento nella va profonda crisi”.
Monsignor Dal Cin pensa anche al dopo coronavirus nella Chiesa: “Sarà necessaria la cura di tutta la cristianità. E’ vero che per certi aspetti la pandemia è una guerra ma più che di guerra parlerei di cura. Non solo di chi è positivo al Covid-19 ma della cristianita’. Specie per quella autoreferenziale. Serve la cura di tutti perché la guerra trova sempre nemici, con la cura si guarisce insieme”.

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