Marito e moglie medici oncologi si ammalano di Covid-19 e contagiano le figlie

"I sanitari devono essere monitorati più di tutti. Possono infettare un numero incalcolabile di persone"

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1 Aprile 2020 - 10.05


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Ora è a casa ma “non si sente guarito”: Pier Luigi Piovano, oncologo dell’ospedale Santi Antonio e Paolo di Alessandria, contagiato da Covid-19, racconta a La Stampa la sua esperienza. “Non ho più bisogno dell’ossigeno come prima, ma ne tengo una bombola vicino al letto, mi dà sicurezza, nel caso che…”.

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La moglie, anche lei oncologa è positiva ma asintomatica, ma il resto della famiglia ha sviluppato sintomi: “Le nostre figlie le abbiamo contagiate noi”, ammette. Per questo insiste sull’importanza dei tamponi soprattutto ai sanitari. 

“I sanitari devono essere monitorati più di tutti, perché, prima di tutti, sono esposti al contagio e lo diffondono ai colleghi, ai pazienti e negli ambienti di vita. E, soprattutto, i test consentono di individuare i molti asintomatici. E non è vero che chi non ha sintomi non è contagioso; è provato il contrario e, senza saperlo, infettano, inconsapevolmente colpevoli, un numero incalcolabile di persone”.

Gli errori di valutazione non sono più ammessi.

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“Un mese fa già si parlava del contagio, c’era l’esempio della Cina, la prospettiva che il covid sarebbe arrivato anche da noi, ma le raccomandazioni impartite erano generiche – ricorda Piovano -; tuttavia, poiché, avevo una mascherina FPP2, l’ho indossata in ospedale per fare le visite ai pazienti. E qualcuno mi ha ammonito: ‘Così spaventi i malati!’”.

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