Il coronavirus rallenta ma non troppo e i morti nell'ultimo giorno sono 727

Il totale dei positivi al coronavirus in Italia è 80.572, con un incremento di 2.937 nelle ultime ore.

Borrelli
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1 Aprile 2020 - 06.58


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La situazione è in lento miglioramento ma purtroppo i morti continuano a essere tant : Il totale dei positivi al coronavirus in Italia è 80.572, con un incremento di 2.937 nelle ultime ore. Sono decedute altre 727 persone per un totale che arriva a 13.155.
Lo ha detto il commissario Angelo Borrelli, aggiungendo che “ci sono 1.118 guariti in più (16.847 in tutto) e 28.403 ricoverati (4.035 in terapia intensiva)”.
Crescita stabile anche in Lombardia dove, ha spiegato l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, “i positivi sono 44.773, con un incremento di 1.565, più alto rispetto a ieri (+ 1.047), ma abbiamo effettuato più del doppio dei tamponi”.
Borrelli: 80.572 positivi (+ 2.937), 727 morti e 1.118 guariti
Il totale delle persone positive al coronavirus in Italia è 80.572, con un incremento di 2.937 nelle ultime ore. Sono decedute altre 727 persone per un totale che arriva a 13.155. Lo ha comunicato il commissario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa della Protezione Civile. Ci sono inoltre 1.118 guariti in più (sono 16.847 in tutto) e 28.403 ospedalizzati tra cui 4.035 in terapia intensiva.
Comitato tecnico scientifico: “Non cambia nulla sulle passeggiate”
“Se si esce di casa con un bambino rispettando le norme, per un motivo preciso e previsto dai decreti, si può fare. Ma non c’è alcun motivo per portare a spasso un bambino in carrozzina, non va fatto e può essere imprudente”. Così il presidente della Società italiana di Pediatria e membro del Comitato Tecnico Scientifico, Alberto Villani, ha risposto a chi gli chiedeva quale fosse la corretta interpretazione della circolare del Viminale. “Esiste un Dpcm che dice che non è consentito uscire di casa se non per motivata ragione – ha aggiunto – e tutto resta esattamente come è”.
Villani: “Nessun caso grave o decesso tra i bambini”
“Ci sono casi tra i bambini, ma nessun decesso e nessun caso grave: sono tutte situazioni cliniche lievi”. Cosi’ Alberto Villani, pediatra che fa parte del Comitato tecnico scientifico,
L’intervista di Borrelli
“Non sappiamo” quando ne usciremo, ma tra le certezze di Angelo Borrelli ci sono la consapevolezza che “senza le misure messe in campo dal Governo oggi conteremmo un numero di morti decisamente superiore” e la convinzione che ritornare alla normalità richiederà tempo, “temo che ripercorrere quel metro che oggi ci separa sarà molto difficile”, perché “con le necessarie pratiche di prevenzione ne abbiamo interiorizzato anche paure ed ansie, dovremmo essere abili a riavvicinarci all’altro gradualmente, senza perderne la fiducia, coltivando la tenerezza”. Il capo della Protezione Civile parla in un’intervista al Corriere della Sera evita di parlare di picco del contagio, pur registrando “una frenata dei positivi che necessitano di cure ospedaliere”.

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Dinanzi alle polemiche con le Regioni, Borrelli premette che “non esiste un’emergenza a criticità zero”, ma rimarca anche i progressi nel reperimento e nella distribuzione dei dispositivi di protezione.

Per Borrelli anche un episodio febbrile che ha fatto temere il contagio da coronavirus. “Non posso nascondere che sono state ore di preoccupazione, per la famiglia, per i colleghi, si ripensa a tutte le persone con cui si ha avuto a che fare, temi per loro, poi anche per te. Fortunatamente non era nulla di grave, mi sembra anche irrispettoso parlarne, vista la situazione che stiamo vivendo”.

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Ancora oggi, spiega Borrelli, “la situazione nei territori del nord resta la più drammatica”, ma comunque “il sud è ancora a rischio”, per cui “nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia”. Secondo il commissario all’emergenza “non è solo questione di rispettare le prescrizioni, ma di agire per il bene comune, oltre che per il proprio”. L’auspicio è che “possa riemergere un sentimento di comunità e che il bene comune torni ad avere la giusta quota di attenzione e di cura. Sarà la condizione indispensabile per dare un futuro di speranza alla nostra gente e soprattutto alle generazioni future”.

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