Il 38enne di Codogno non è il paziente uno italiano
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Il 38enne di Codogno non è il paziente uno italiano

Nessuna conferma ufficiale, al momento: solo un’ipotesi venuta alla luce durante un’inchiesta di Report

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30 Marzo 2020 - 09.21


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Mattia, il 38enne di Codogno considerato il paziente uno in Italia, potrebbe non essere in realtà il primo caso di coronavirus nel Paese. Si fa strada l’ipotesi che ben prima di lui – un mese, per l’esattezza – un altro italiano abbia presentato i sintomi del Covid19. Si tratterebbe di un anziano deceduto dopo essere stato ricoverato in una clinica privata del gruppo Sanna di Piacenza a gennaio (la stessa clinica che ora registra 150 operatori in malattia su 250, molti dei quali si sono ammalati proprio poco prima della diagnosi di Mattia).
Nessuna conferma ufficiale, al momento: solo un’ipotesi venuta alla luce durante un’inchiesta di Report a cui Sigfrido Ranucci dedicherà la puntata del 30 marzo, in onda su Rai3. Secondo quanto emerso dall’indagine, il vero paziente uno potrebbe essere un anziano che, dopo il ricovero, è stato portato via da operatori sanitari che indossavano tute di biocontenimento.
A raccontarlo è una radiologa che lavora proprio nella clinica piacentina: è lei a sottolineare che lo stesso giorno della diagnosi del 38enne di Codogno anche un chirurgo di Piacenza ha accusato i primi sintomi, ma ha scoperto di essere stato contagiato solo una decina di giorni più tardi, mentre si trovava a Tenerife. Lo stesso chirurgo aveva continuato a operare fino al 12 febbraio. Eppure niente di tutto questo è bastato a far suonare un campanello d’allarme.
Nessun allarme neppure dopo che, fin da dicembre 2019, nella zona è stato registrato un incremento anomalo del numero di polmoniti (proprio come a Codogno), né quando, il 17 febbraio, un secondo anziano è stato ricoverato in un’altra clinica del gruppo Sanna, la Sant’Antonino, ed è poi risultato positivo al coronavirus.

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