Positivo un membro della Segreteria Vaticana: ulteriori misure per proteggere il Papa
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Positivo un membro della Segreteria Vaticana: ulteriori misure per proteggere il Papa

Gli ambienti comuni della residenza papale sono stati sanificati, e sono scattate ulteriori misure di prevenzione: Francesco, ad esempio, non cenerà più nella mensa comune ma nella sua stanza.

Papa Francesco
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27 Marzo 2020 - 08.34


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Positivo al Covid-19 anche un alto prelato della sezione italiana della Segreteria di Stato Vaticana, residente a Casa Santa Marta, la residenza papale. Il prete, originario della provincia di Mantova, è attualmente ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. 
Si è immediatamente proceduto a fare un tampone al Pontefice e a tutti gli ospiti della struttura: sembra che siano risultati tutti negativi. Gli ambienti comuni della residenza papale sono stati sanificati, e sono scattate ulteriori misure di prevenzione: Francesco, ad esempio, non cenerà più nella mensa comune ma nella sua stanza, la camera 201, al secondo piano. 
Non è previsto per il momento che Bergoglio venga trasferito in un ambiente più sicuro: il Papa continua a celebrare ogni giorno la messa, alle 7, nella cappella della sua residenza con la presenza di soli tre sacerdoti e di qualche suora. La celebrazione è trasmessa in diretta web e in tv. Anche le udienze private continuano, seppur ridotte al minimo. 
Salgono così a cinque i casi in Vaticano, che allo scopo di evitare ulteriormente la diffusione del virus ha dichiarato: “ai responsabili dei dicasteri è affidato il compito di continuare ad assicurare i servizi essenziali alla Chiesa universale predisponendo contingenti minimi di personale in ufficio e incentivando per quanto possibile il lavoro da remoto, in modo da limitare gli spostamenti dei dipendenti e al contempo garantire l’esercizio del ministero petrino. Inoltre, in caso di contatto di dipendenti della Santa Sede o cittadini dello Stato della Città del Vaticano con il coronavirus, la Direzione Sanità e Igiene ha predisposto un protocollo per la comunicazione tempestiva dei casi alle autorità sanitarie del luogo di residenza e a quelle dello Stato della Città del Vaticano”.

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