Francesco sottoposto a tampone: un prelato che lavora con lui è positivo al coronavirus
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Francesco sottoposto a tampone: un prelato che lavora con lui è positivo al coronavirus

Salgono a cinque i casi di positività. Per lʼedificio e i suoi abitanti sono state adottate le misure di prevenzione

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26 Marzo 2020 - 13.12


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Un monsignore italiano in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana è risultato positivo al coronavirus e portato in ospedale. Il prelato vive da tempo a Casa Santa Marta, la stessa residenza vaticana dove abita papa Francesco: per l’edificio e i suoi abitanti sono state adottate le misure di prevenzione previste dai protocolli. Si tratterebbe del quinto contagiato dal Covid-19 in Vaticano. Tamponi anche per il Papa.

Salgono quindi a cinque i casi di positività Oltretevere. Martedì il Vaticano aveva ufficializzato la situazione: “Allo stato attuale sono quattro i casi di positività al coronavirus riscontrati: oltre al primo di cui si è data precedentemente notizia, si tratta di un dipendente dell’Ufficio Merci e di due dipendenti dei Musei Vaticani”, aveva detto il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni.

“Le quattro persone erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test e il loro isolamento dura ormai da oltre 14 giorni; attualmente sono in cura in strutture ospedaliere italiane o presso la propria abitazione”, aveva spiegato.

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Tamponi a Santa Marta I dipendenti della Segreteria di Stato che possono aver avuto contatti con il monsignore italiano ora al Gemelli, sono stati sottoposti al tampone. Secondo le stesse fonti, lo stesso papa Francesco sarebbe stato sottoposto al tampone ma ancora non se ne conosce l’esito. 

Anche mercoledì papa Francesco è tornato sul Covid-19: in tempo di pandemia va rilanciato il “Vangelo della vita”, poiché per la Chiesa la difesa della vita “non è un’ideologia”, bensì “una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani”.

Nell’udienza generale trasmessa in diretta video dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, il Papa ha ricordato che esattamente 25 anni fa “San Giovanni Paolo II promulgava l’Enciclica ‘Evangelium vitae’, sul valore e l’inviolabilità della vita umana”, e “oggi, ci troviamo a rilanciare questo insegnamento nel contesto di una pandemia che minaccia la vita umana e l’economia mondiale”.

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