Alla fine questo Coronavirus ci renderà tutti orfani
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Alla fine questo Coronavirus ci renderà tutti orfani

I nostri “vecchi”, vittime sacrificali di questo scempio, ancora una volta si saranno spesi per proteggerci, proprio loro, fragili e claudicanti, saranno stati la nostra barricata, in prima linea a fermare il dolore prima che colpisse noi.

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25 Marzo 2020 - 19.00


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di Sabrina Di Paolo 
Alla fine, quando questo incubo sarà finito, quando usciremo dai nostri rifugi come lumache dopo un temporale, storditi dal rumore che non saremo più abituati a sopportare, disorientati dal traffico delle auto o intimoriti dalla calca in metropolitana cui non saremo più avvezzi, allora ci guarderemo intorno e li cercheremo tra la folla, nei supermercati, tra le panche delle chiese, in piedi con le mani dietro la schiena ad osservare il via vai quotidiano, seduti su una panchina a dare ascolto al proprio affanno, a sentire cos’ha da dire, ad aspettare che tolga il disturbo. A nulla varrà cambiare vagone, corsia del negozio, angolo della piazza: non li troveremo perché non ci saranno.
Alla fine di questo inaspettato, incontrollabile, incontenibile disastro saremo tutti orfani. E non importa quale sia il cognome stampato sui necrologi, avremo comunque perso una parte della nostra storia, quella più genuina, quella che sapeva faticare, sudare, rimboccarsi le maniche, rialzarsi da crisi peggiori di questa e far rifiorire il nostro Paese.
Ci mancherà la direzione, la parola saggia che avrebbe potuto svelarci il segreto, dirci come si fa, come ci si risveglia più poveri, tristi e soli, eppure pregni di dignità e orgoglio, dove si trova la forza di rialzarsi.
I nostri “vecchi”, vittime sacrificali di questo scempio, ancora una volta si saranno spesi per proteggerci, proprio loro, fragili e claudicanti, saranno stati la nostra barricata, in prima linea a fermare il dolore prima che colpisse noi.
E allora sarà giunto per noi il momento di provare a richiamare alla mente ogni parola, proverbio, ogni prezioso consiglio che negli anni avevamo distrattamente sentito ma non ascoltato, ogni gesto, azione o comportamento che in passato avevamo ignorato, snobbato. Tutto ciò che riusciremo a raccogliere negli angoli della memoria sarà luce sul nostro sentiero dissestato, quando, incerti e spaventati saremo chiamati a crescere e a tornare a vivere.
*Autrice del Blog “Sabrila libri – il mondo in una pagina

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