Calano ancora i contagi, ma aumentano i morti: 743 in un solo giorno
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Calano ancora i contagi, ma aumentano i morti: 743 in un solo giorno

Torna a salire il numero dei morti per coronavirus in Italia. Sono complessivamente 6.820 le vittime, con un aumento rispetto a ieri di 743. Lunedì l'aumento era stato di 601

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24 Marzo 2020 - 09.33


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Cala per il terzo giorno di seguito il numero di nuovi positivi al coronavirus in Italia: oggi sono 3.612 mentre ieri erano 3.780 e domenica 3.957. Torna invece a salire il numero delle vittime in un solo giorno: oggi sono 743 mentre ieri erano 601 e domenica 651.

Torna a salire – dunque – il numero dei morti per coronavirus in Italia. Sono complessivamente 6.820 le vittime, con un aumento rispetto a ieri di 743. Lunedì l’aumento era stato di 601.

Sono 8.326 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 894 in più di ieri. L’ha detto il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli durante la conferenza stampa alla Protezione civile. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 408.

Sono complessivamente 54.030 i malati di coronavirus in Italia – ha spiegato – con un incremento rispetto a ieri di 3.612. Lunedì l’incremento era stato di 3.780. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 69.176. 

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Il punto di Angelo Borrelli 
Dieci casi non censiti per ogni contagio da coronavirus certificano. Per il capo della Civile, Angelo Borrelli, è un rapporto “credibile”.  Lo sostiene in un’intervista a Repubblica nella quale spiega:

“Il numero dei casi lombardi è stato subito soverchiante” e “fin dall’inizio, va detto, ci sono stati comportamenti pubblici che hanno alimentato il problema nazionale”. Come nel caso “della comitiva del Lodigiano che il 23 febbraio è andata a Ischia portando il contagio sull’isola”.

Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha la stessa teoria: “Temo che l’ipotesi di Borrelli possa essere molto vicino alla realtà, anche se non abbiamo dati sicuri per poterlo dire, ma i contagiati sono molti di più di quelli registrati ufficialmente”, ha detto ad Agorà su Rai3.
La Protezione civile, aggiunge Borrelli, “ha bisogno di rapidità” perchè “non siamo burocrati, ma come si diceva nel 1915, volontari del Regno che devono godere della fiducia dei governanti e della nazione”. Poi chiosa: “Sulle mascherine siamo arrivati tardi”.
Alla domanda su quanti siano davvero i contagiati, 63 mila o di più, Borrelli risponde che “il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”, ciò che porterebbe la quota a un numero impressionante di 600 mila. Ma allora, ha senso continuare a dare i dati sul numero dei positivi ogni giorno alle 18? All’interrogativo il capo della Protezione civile dice:

“Mi sono posto anch’io il problema e ricevo molte mail che mi chiedono di fermarci. Possono essere dati imperfetti – prosegue Borrelli – ma dal primo giorno ho assicurato che avrei detto la verità, è un impegno che ho preso con il Paese”. Poi aggiunge: “Se ora ci fermiamo ci accuserebbero di nascondere le cose”.

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