Coronavirus, 475 morti in un giorno, ma aumentano i guariti

La situazione dei nuovi contagiati rimane stabile, mentre i guariti sono oltre 1.000 in un solo giorno. Borrelli: "Numeri buoni, ora più che mai rimanere in casa"

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18 Marzo 2020 - 09.00


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Ci sono stati 475 morti in un solo giorno per il Coronavirus in Italia. E le vittime arrivano a un totale di 2.978. C’è però un dato positivo: la curva dei contagi appare più o meno stabile rispetto a ieri. Si sono registrati infatti 2.648 in più rispetto a ieri, quando il numero era di 3.526. Un calo di quasi un migliaio di unità, che può far ben sperare che la situazione si stia stabilizzando per poi cominciare finalmente a calare. 
Numero positivo anche per i guariti: sono 1.084 in più rispetto a ieri, un numero importante come sottolineato da Angelo Borrelli, commissario straordinario per l’emergenza, che ha ribadito: “È necessario contenere al massimo gli spostamenti, i dati di oggi ci fanno pensare positivo ma vanno adottati comportamenti corretti”. 
Gli operatori sanitari colpiti dal virus sono 2.629, ossia l’8,3% dei casi totali. Un numero doppio rispetto a quello della Cina. Nel mentre, il Ministro dello Sport Spadafora ha ammesso che è molto probabile che nelle prossime ore bisognerà prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto assoluto di attività all’aperto: “Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava anche la comunità scientifica. Ma se l’appello di restare a casa non sarà ascoltato saremo costretti anche a porre un divieto assoluto”, ha spiegato.
Il picco del contagio
“Sono fiducioso che presto raggiungeremo il picco. Ma bisogna continuare a seguire le indicazioni e restare a casa”. A dirlo, ospite di ‘Circo Massimo’ su Radio Capital, l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas, parlando dell’emergenza coronavirus. “Bisogna prendere tutte le misure come cittadini e sostenere chi è sulla linea del fronte, dove ci sono persone che si comportano in modo eroico”, ha proseguito.

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“Sul vaccino ci sono venti cavalli che corrono, fra cui un italiano. Sono ottimista che avremo un vaccino, ma i tempi non sono e non possono essere brevi. Serve almeno un anno”, sottolinea Mantovaniche, quanto ai farmaci, dice: “Vengono utilizzati giustamente in modo empirico, perché non abbiamo avuto il tempo di saggiarne l’efficacia in studi clinici. Avremo nuovi farmaci, tutto il mondo sta lavorando, ma abbiamo bisogno di tempo per sperimentarlo”.

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