Si laurea discutendo la tesi su skype e per responsabilità festeggia solo dal balcone

Andrea Noto Campanella è un giovane agrigentino. Vive e studia Scienze infermieristiche a Brescia. Scoppiata l'emergenza è rimasto in Lombardia e i genitori hanno seguito la cerimonia online.

L'università di Brescia
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17 Marzo 2020 - 16.33


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di Tancredi Omodei
Il racconto dell’Italia di queste ore è soprattutto racconto di impegno e dedizione fino all’estremo, al sacrificio. Medici e infermieri votati a tutto per fermare il virus, strappare i contagiati alla morte. Dall’altro, la cronaca triste di tante irresponsabilità. Poi, dalla cronaca emergono anche piccole storie di responsabilità che vanno riprese e raccontate perché siano di esempio. Niente di eroico, solo responsabilità civile, che è tanto, soprattutto in questo momento.
La nostra piccola storia.
Andrea Noto Campanella è un giovane agrigentino. Vive e studia Scienze infermieristiche a Brescia. Scoppia l’emergenza del coronavirus, lui è nel mezzo della zona più pesantemernte interessata al contagio. Non ha perplessità, si deve restare, non è assolutamente il caso di rispondere all’istinto di tornare a casa. Arrivato il giorno della laurea, ha indossato giacca e cravatta che aveva acquistato per il gran giorno, si è messo davanti al pc ed ha discusso la tesi di laurea con Skype, seguito on line dai familiari rimasti in Sicilia.

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Proclamato dottore in Scienze infermieristiche, Andrea si è concesso la tradizionale corona di alloro e foto da condividere coi familiari lontani.

Ora Andrea è atteso dalla “trincea, nella battaglia contro il coronavirus nella Brescia che lo ha visto studente e che oggi lo vede neo laureato nella preziosa disciplina di infermiere. Laurea anticipata di un mese, niente discussione in pubblico, niente famiglia, niente festa, solo quella che gli hanno potuto regalare, a debita distanza, pochissimi coinquilini che lo hanno seguito mentre discuteva la tesi. Tutto in rispettoso silenzio per quel che accadeva fuori.
Non è stato come aveva sognato:”Tutto diverso da come avevo pensato – racconta Andrea ad AgrigentoNotizie –  dopo tanti sacrifici laurearsi così fa un pò effetto…Potevo andare a casa, ma ho deciso di rimanere… E’stato giusto così, chi ha scelto di andare giù, al Sud, non è stato responsabile…”.
Adesso, come detto, l’aspetta l’impegno più duro:”Ovviamente non saremo buttati nella mischia – dice Andrea – ci sarà prima un affiancamento, poi tutti a fronteggiare questa emergenza…Dopo tanti sacrifici non avrei mai posticipato la mia laurea, pensavo di viverla diversamente, certo…Pazienza, così non è stato, ma ora andiamo avanti”.
Andrea promette e si promette: “Quando tutto sarà finito faremo una grande festa. Avere la famiglia lontana, in queste circostanze, non è semplice…Però doveva andare così…I miei genitori avrebbero voluto essere qui con me, ma non si poteva…”. Poco importa, ora si va in trincea, si dovrà imparare subito. Per la festa c’è tempo. Si farà festa due volte. Sconfitto il virus e riconquistata una vita normale. Insieme, tutti insieme.

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