Il silenzio di Parma, mentre la guerra al virus continua

Un racconto, uno dei tanti, da Parma, dove oggi si sono registrati 93 nuovi contagi e 6 deceduti.

Parma ai tempi del Coronavirus
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Marco Buttafuoco Modifica articolo

17 Marzo 2020 - 18.46


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Innanzitutto le cifre dal fronte di Parma, 93 nuovi contagi e sei deceduti. Sarà la settimana peggiore, dicono gli esperti.
Al centro commerciale, accessi contingentati e file pazienti di poche persone, oltre all’area alimentare funziona solo la farmacia e i centri di assistenza di due grandi compagnie telefoniche. Sembra strano, ma c’è stata un’epoca in cui c’erano solo due canali televisivi, con pochi telegiornali, e un solo apparecchio telefonico per famiglia. Cosa sarebbe la nostra vita di questi giorni senza questa continua connessione col mondo? Senza le informazioni a getto continuo, senza la possibilità di parlare a lungo con gli amici e i familiari, lontani o vicini che siano. Chi possiede un e-reader, ha la possibilità di scegliere e acquistare quasi qualsiasi libro, le piattaforme forniscono palinsesti vastissimi. Se domani saltassero le connessioni internet, le nostre vite piomberebbero nella disperazione. È giusto considerarle come un bene primario, da difendere a tutti i costi.
Me lo confermano le quotidiane chiacchierate con una coppia di amici. Lui non esce più di casa ed è entusiasta del lavoro a distanza. Si lamenta, ridendo, solo del fatto che la sua casa sembra essere piena di ragazzini: la moglie è maestra elementare e tiene lezioni a distanza con presenze sempre più numerose di bambini entusiasti della nuova esperienza.
Certo, in questi giorni sapere tutto vuol dire essere esposti in continuazione a uno stillicidio di notizie spiacevoli.
Un altro padiglione dell’Ospedale di Parma è stato adibito a Presidio Anti Covid. È la Torre delle Medicine, forse il più grande del nosocomio. Anche in una clinica privata sono stati adibiti una decina di letti per l’emergenza. I medici vivono situazioni allucinanti. Gli ospedalieri si sobbarcano turni lunghissimi, quando tornano a casa devono rinchiudersi in una stanza e non avere nessun contatto con la famiglia. I medici di famiglia lamentano, sempre di più condizioni disagiate di lavoro e la mancanza di presidi sanitari adeguati (mascherine etc). Tutto questo giunge attutito nelle case di chi non è in prima linea. È il nuovo, sordo, rumore di sottofondo, che sostituisce quello del traffico oramai rarefatto. Andrà tutto bene, certo, ma il peggio non è ancora passato. Qualcuno comincia a perdere il senso delle cose, questo sembra certo. Una farmacia cittadina si è vista multata perché ha venduto le preziose mascherine ai singoli clienti che ne facevano richiesta. A norma di legge dovevano esser e vendute a pacchetto; cinquanta alla volta. Qualche sconsiderato ha sporto denuncia. Inutile dire a chi è andata la solidarietà dei cittadini. Forse anche la reazione di tutti ha fatto sì che la multa sia stata cancellata.
Intanto i social restituiscono a chi non ce l’ha fatta nomi e volti. Dietro le cifre durissime cominciano a emergere storie individuali. Oggi è mancato Ermes Foglia, storico presidente del Parma Calcio. I post degli amici cominciano a segnalare perdite dolorose. Covid19 non è più solo un fronte statistico, comincia anche a mordere i sentimenti, a graffiare le vite reali. Personalmente ne ho avuto esperienza chiamando un amico fiorentino che non sentivo da tempo. È alle prese con la malattia, pur senza essere ricoverato.
Nel palazzo di fronte qualcuno ha esposto una bandiera tricolore. Prima o poi, forse, ci incroceremo, e scambieremo due parole da balcone a balcone. Come a Wuhan.

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