L'infettivologo Galli: “Scelte impopolari, ma solo così si limita la diffusione del virus”

Il primario dell’ospedale Sacco di Milano: “È necessario ridurre i momenti di affollamento e contatto tra persone”

Massimo Galli
Massimo Galli
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5 Marzo 2020 - 08.39


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“Prendere determinate posizioni è sempre stato impopolare e, purtroppo, sempre lo sarà. Ma tra l’impopolarità e il dovere di mantenere lucidità e rigore scientifico, sceglierò sempre il secondo». Il professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, non ha dubbi sulla bontà delle misure messe in campo dal governo. «Il principio fondamentale che anima queste iniziative estese a livello nazionale è che bisogna evitare che situazioni di affollamento e contatto facilitino la diffusione del virus”. Ecco l’intervista rilasciata a La Stampa
Professore, era davvero necessario chiudere le scuole in Italia fino al 15 marzo?
«In un’aula i ragazzi passano molte ore e questo impedisce sia il distanziamento di un metro l’uno dall’altro sia la riduzione dell’affollamento, che si verifica al momento dell’entrata a scuola, dell’uscita e durante la ricreazione. Se è vero che i bambini e gli adolescenti sono, vedendo i numeri, appena toccati da questa infezione per motivi che non sono ancora chiari, è anche vero che non è improbabile che facciano da “amplificatori” della diffusione del Covid19. Soprattutto nei confronti dei nonni che, come sappiamo, sono per età tra le persone che più rischiano nel momento del contagio».
Agli anziani viene consigliato di stare il più possibile in casa e di evitare contatti sociali. Non si rischia un po’ di abbandono e solitudine?
«Mi rendo conto, da quasi 69 enne, che potrebbe sembrare una forma di emarginazione. Ma in realtà si tratta solo di adottare una maggiore attenzione alle fasce più deboli. Certo è che la comunità in generale e l’assistenza dovranno prendersi in carico in particolare gli anziani soli».

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