Coronavirus, i taxisti milanesi: "Non ci fermeremo, ma la Regione ci fornisca delle linee guida"
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Coronavirus, i taxisti milanesi: "Non ci fermeremo, ma la Regione ci fornisca delle linee guida"

Non vi sono ancora delle indicazioni precise su come trattare i trasporti e i taxisti chiedono anche che il Comune fornisca loro disinfettanti, guanti in lattice e mascherine

Taxi a Milano
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25 Febbraio 2020 - 10.46


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I taxisti di Milano stanno chiedendo al comune e alla Regione Lombardia delle linee guida specifiche per il loro comportamento, e di fornire le auto pubbliche di disinfettanti, mascherine, guanti in lattice e spray ingienizzanti. L’appello è stato lanciato da Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu e appTaxi. 
Ieri i rappresentati delle auto pubbliche hanno avuto un incontro da cui “sono emerse alcune necessità che riteniamo prioritarie per lo svolgimento in sicurezza della nostra professione così come quella degli altri operatori del trasporto pubblico”. Da qui la richiesta a Comune e Regione “di fornirci delle linee guida specifiche da mantenere alla luce dell’attuale situazione legata al coronavirus. Perché oltre alle linee di comportamento che tutti abbiamo imparato a conoscere in questi giorni, quelle diffuse dal Ministero della Salute e oltre al buon senso – spiega Boccalini – non vi sono ancora delle indicazioni precise per chi svolge un lavoro come il nostro, come quello degli altri operatori del trasporto a forte contatto con il pubblico. Per quanto ci riguarda nel dettaglio chiediamo a Regione Lombardia una sorta di “decalogo” di comportamenti e buone prassi da attuare nell’esercizio dell’attività lavorativa oltre alla possibilità di accedere in maniera rapida anche ai presidi medico chirurgici come i disinfettanti in gel, le mascherine, i guanti in lattice e gli spray per l’igienizzazione dei veicoli che sono diventati introvabili”.
I tassisti milanesi, assicura ancora il numero uno di Taxiblu, contineranno a lavorare: “Nessuno si fermerà, nonostante tutte le difficoltà del caso e tutte le paure che umanamente possono avere gli operatori. A questo punto però abbiamo bisogno che le istituzioni ci indichino la strada e ci diano la possibilità di accedere rapidamente a ciò che ci può permettere di essere un po’ più sicuri anche durante la nostra attività lavorativa”.

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