La svolta di Lamorgese sulla droga: arresto e custodia cautelare anche per chi spaccia piccole quantità
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La svolta di Lamorgese sulla droga: arresto e custodia cautelare anche per chi spaccia piccole quantità

La ministra dell'Interno si è poi recata nella casa protetta gestita da don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII

Luciana Lamorgese
Luciana Lamorgese
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19 Febbraio 2020 - 16.15


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La Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha disposto che ci sarà l’arresto immediato con custodia cautelare anche per chi spaccia piccole quantità di sostanze stupefacenti. Lo ha annunciato oggi ad Ancona, dopo la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza. 
La Ministra ha spiegato che la norma consentirà di rispondere a due segnalazioni arrivate sul suo tavolo: “L’aumento dello spaccio, ma soprattutto il fatto che la droga venga utilizzata da sempre più giovani. Arrestare senza la custodia cautelare in carcere e il giorno dopo vedere, sullo stesso angolo di strada, lo spacciatore preso il giorno prima, incide sulla motivazione del personale di polizia che tanto si impegna su questo versante e vede propria attività finire nel nulla”. 
La visita alla casa protetta
Un segnale di attenzione e di umanità da parte di una ministra che sta al Viminale con grande senso delle Istituzioni e non usa il Viminale per fare becera propaganda. il ministro dell’ Interno, Luciana Lamorgese, accompagnata dal capo della Polizia Franco Gabrielli, ha fatto visita ad una casa protetta in provincia di Ancona dove don Aldo Buonaiuto accoglie e assiste le vittime della tratta.
Il sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, da sempre impegnato in prima linea nella liberazione delle donne schiavizzate dal racket della prostituzione coatta, ha rinnovato al ministro l’appello per l’introduzione in Italia del “modello nordico”, sperimentato con successo nell’Europa settentrionale, che punisce la domanda perché, ha sottolineato don Buonaiuto, “nessuno ha il diritto di approfittarsi dello stato di asservimento di un altro essere umano”.
Il ministro Lamorgese ha ascoltato le commoventi testimonianze di alcune delle vittime di tratta che nella residenza gestita da don Buonaiuto trovano l’opportunità’ di ricostruirsi una vita lontano dall’inferno delle strade del mercimonio monopolizzato dalla criminalità organizzata. Il ministro ha incoraggiato queste donne ad avere fiducia in se stesse e nelle istituzioni, precisando l’importanza di compiere anche un cambiamento culturale, di mentalità e di ancor maggiore attenzione per le donne più vulnerabili; ha ascoltato e abbracciato con grande commozione le vittime presenti, di diverse nazionalità, ed ha visto dal vivo le loro ferite fisiche e psichiche. Ha ringraziato don Aldo e tutta l’associazione Giovanni XXIII . Anche il Capo della Polizia ha assicurato la sua vicinanza e di tutte le Forze di Polizia.

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