Pietro Bartolo riabbraccia Kebrat, salvata dalla morte: "Era già chiusa in un sacco, ma per lei non era finita"

L'ex medico di Lampedusa racconta la storia di Kebrat: "È arrivata a Lampedusa senza polso, ma ho auscultato meglio. È stata una corsa contro il tempo ma siamo riusciti a salvarla"

Pietro Bartolo e Kebrat
Pietro Bartolo e Kebrat
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17 Febbraio 2020 - 15.45


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È un post che riempie il cuore di speranza quello scritto oggi da Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa e adesso europarlamentare del Pd, che racconta la storia di Kebrat, una ragazza che ha letteralmente strappato alla morte: “Molti di voi questa storia la conoscono bene, perché mi è rimasta nel cuore e non ho mai smesso di raccontarla” scrive Bartolo, “È la storia di Kebrat, una ragazza arrivata sul molo di Lampedusa senza polso, senza battito, durante il naufragio del 3 ottobre 2013. Sembrava morta, era già in un sacco, con la cerniera chiusa. Dovevo soltanto costatarne il decesso.
Eppure, ho sentito qualcosa, ho auscultato meglio. È stata una corsa contro il tempo, l’ambulatorio, il primo soccorso, il trasporto in elicottero fino al reparto di rianimazione più vicino. Non era finita, per Kebrat.
Oggi gli amici del Comitato 3 Ottobre mi hanno fatto questa sorpresa immensa, hanno portato Kebrat qui, in Parlamento Europeo a Bruxelles. I nostri occhi lucidi dicono il resto. Grazie”.

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