La ritorsione dei fondamentalisti: "Una donna non può avere un cane". E le uccidono l'animale
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La ritorsione dei fondamentalisti: "Una donna non può avere un cane". E le uccidono l'animale

Sahba Barakzai è un'istruttrice di sport mal tollerata per la sua emancipazione. Che le è stata fatta pagare a caro prezzo.

Sabha con il suo cane Aseman
Sabha con il suo cane Aseman
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14 Febbraio 2020 - 09.30


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Quella di Sahba Barakzai, giovane donna afghana, è una storia triste in cui violenza e sessismo si incrociano senza soluzione di continuità. 
“Una donna non può avere un cane”, e così hanno sparato all’animale, uccidendolo. E’ accaduto in Afghanistan, nei dintorni di Herat, dove una passeggiata nei boschi di una donna, della sua famiglia e del suo cane husky, una femmina di sette mesi, si è trasformata in una “esecuzione”. Sahba Barakzai è una ragazza coraggiosa e nella sua città insegna alle ragazze a fare sport. Forse è stata la sua audacia nello sfidare le convenzioni a costarle la vita della sua amata Asoman.
Sahba e Asoman – Non è facile essere donna in Afghanistan. E Sahba lo ha sperimentato sulla pelle della sua husky dagli occhi azzurrissimi. Ha raccontato alla Bbc di aver visto un uomo mentre passeggiava con lei: ha sparato al petto dell’animale, lei è corsa in soccorso e ha pregato quello di fermarsi. Ma sono arrivati altri, hanno sparato ancora, l’hanno uccisa e le hanno detto che “una donna non può avere un cane”. Così quegli uomini hanno ucciso Asoman e hanno piegato la sua padrona: Sahba ha infatti deciso che lascerà il suo Paese.
Uccisa a sette mesi di vita – “Non ho neanche potuto dire niente alla polizia – ha chiarito Sahba –  perché so che non sarebbe servito a nulla. Ogni giorno decine di persone vengono uccise nel Paese senza che ci sia alcuna conseguenza”. Il suo cane aveva soltanto sette mesi e la ragazza racconta che “volevo capire tutto sulla vita dei cani. Pensavo fosse così triste che questi animali vivano soltanto 14 anni. La sua vita è durata ancora meno”. 
Una donna scomoda – Dava fastidio, quella ragazza che voleva dare un senso alla sua vita e a quella di tante donne, alle quali insegnava a praticare arti marziali e a correre in bicicletta. Lei, la prima donna nel Paese proprietaria di un club sportivo, come ha detto la sorella Setayesh. Le minacce erano già arrivate, ma lei non aveva voluto cedere. Fino a quando le hanno ucciso il suo cane dagli occhi azzurri. Una tragedia che l’ha convinta ad andarsene. Anche lei. 

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