Sul celibato Ratzinger è stato tirato dentro un'impresa di cui non sapeva molto
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Sul celibato Ratzinger è stato tirato dentro un'impresa di cui non sapeva molto

Benedetto XVI ha ritirato la firma dal libro e anche dall'introduzione e dalle conclusioni. Che cosa è accaduto? Possibile usare il termine malinteso? Possibile ma arduo

Papa Ratzinger
Papa Ratzinger
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

14 Gennaio 2020 - 15.14


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Scriveva ieri sera su twitter il cardinale Robert Sarah, presunto coautore con Benedetto del libro sul celibato: “Des attaques semblent insinuer un mensonge de ma part. Ces diffamations sont d’une gravité exceptionnelle.” Tradotto: “Degli attacchi sembrano insinuare una menzogna da parte mia. Queste diffamazioni sono di una gravità eccezionale”.
Dunque tutto confermato, lui è coautore con Benedetto del libro sul celibato.
Poche ore dopo però il prefetto della Casa Pontificia e da sempre stretto collaboratore di Benedetto XVI ha fatto sapere: “Posso confermare che questa mattina su indicazione del Papa emerito ho chiesto al cardinale Robert Sarah di contattare gli editori del libro pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore del libro stesso e di togliere anche la sua firma dall’introduzione e dalle conclusioni”. 
Che cosa è accaduto? Possibile usare il termine malinteso? Possibile certo, ma arduo, considerando chi sarebbe l’altro coautore. C’è già un fiorire di ipotesi: dove si parla di scontri, trame e tanto altro. Uno che di congiure se ne intendeva, Niccolò Machiavelli, scriveva al riguardo: “Debbe, adunque, uno principe che si vuole guardare dalle congiure, temere più coloro a chi elli ha fatto troppi piaceri, che quelli a chi egli avesse fatte troppe ingiurie.”
La citazione può essere buona sia pensando a Francesco sia pensando a Benedetto. Guardandosi attoniti molti si chiederanno come sia possibile uno sviluppo del genere. Benedetto XVI che toglie la firma a un libro che avrebbe scritto con un cardinale con il quale ha nota e lunga colleganza. Il fatto è che ha ragione Machiavelli. Poteva mai pensare il povero Joseph Ratzinger che sarebbe stato trascinato nella firma di un lavoro al quale aveva contribuito inviando un testo breve?
Lui, un uomo così attento e scrupoloso con la carta? L’impressione per chi un po’ lo ha seguito è che Joseph Ratzinger sia stato tirato in un’impresa di cui non sapeva molto. Non è lui il papa che quando si trattò di aprire le porte agli anglicani scismatici ne riconobbe l’ordinazione anglicana senza dunque chiedergli di farsi ordinare nuovamente?
Leone XIII a suo tempo fece l’esatto contrario.
Lui invece con gli anglicani che hanno preferito diventare cattolici ha consentito il riconoscimento, e nella Chiesa è arrivata  qualche decina di preti sposati anglicani. E non è lui il papa che durante il suo pontificato in nessuna delle messe crismali, quelle dedicate appunto ai sacerdoti il Giovedì Santo, mai ha speso una parola sull’essenza celibataria del sacerdozio?
E’ la tesi che sostiene il cardinale Sarah, senza spiegare come mai tutte le Chiese cattoliche di rito orientale prevedano la possibilità dei preti sposati. Sono Chiese cattoliche, e sono tante…
 Mi è stato detto che, rispetto a quanto ho scritto ieri, ritirare fuori un documento firmato da Ratzinger cinquant’anni fa non ne indica il pensiero odierno. E’ vero. Ma su principi di fondo, essenziali,  è difficile cambiare completamente.
Sappiamo tutti che Joseph Ratzinger da giovane era una persona, ora ha maturato convincimenti diversi. Ok. Ma nella sua udienza del 2010 sul significato del sacerdozio l’insistenza è tutta sul ruolo santificante, cioè di ponte tra l’uomo e Dio, del sacerdote. Che questo richieda una condizione indispensabilmente celibataria non risulta in quel testo. Non c’è.
 Allora il punto è un altro: questo libro era un’operazione? Forse un’operazione editoriale? Sapere che c’era già l’editore italiano per il libro che ora Benedetto dice di non voler firmare colpisce. E colpisce che sia un editore mai tenero con Francesco, anzi. Allora cosa si voleva fare? Si voleva uscire in un momento in cui il Papa regnante sta scrivendo l’esortazione apostolica post-sinodale sull’Amazzonia? E se è questo, la catechesi del 2010 cui si è fatto breve cenno non testimonia che Benedetto vi esprime una visione attenta alla preoccupazione di Bergoglio?
Per capirsi: nel testo  di cui parlo Benedetto disse che la comunione fa la Chiesa. E se in Amazzonia non ci sono le condizioni per impedire il digiuno eucaristico dei fedeli come si farà Chiesa senza comunione? Si può costringere al digiuno eucaristico? E se il compito del sacerdote è quello di santificare, come santificare quei fedeli senza sacerdoti e quindi senza comunione sacramentale?
 Si arriva così a un problema diverso. Benedetto ha scelto con grande coraggio una strada difficile anche per lui, quella del silenzio e dell’ascesi. Ma ogni tanto qualcuno deve chiamarlo, sollecitarlo. E lui farà presente che ha scritto qualcosa, ha delle idee, ha qualche spunto. Chi volesse in buona fede fruirne potrebbe. Ma intorno a lui forse accade altro. Ci sono visioni, ci sono correnti, ci sono propensioni. E’ così che si verificano usi impropri?  
Certo alcune domande potrebbero avere risposta. Il cardinale Sarah pochi giorni fa è stato ricevuto da Francesco: con l’amore filiale di cui parla gli ha detto del libro che stava ormai per uscire? Poi, l’editore ha certamente i contratti con i due autori: perché non li pubblica? Il cardinale Sarah è in servizio da più di cinque anni e quindi essendo vicino al compleanno potrebbe essere sostituito dall’incarico curiale che ricopre: può assicurare i fedeli che non accennerebbe all’ipotesi di una “vendetta” se venisse sostituito?  
Tutto questo però interessa loro, a noi, comuni mortali, interessa altro. La Chiesa clericale si è dimostrata un’istituzione secolare afflitta da una visione sessuofobica. Un’idea di potere assoluto e gerarchico “si è impossessata della Chiesa” e con la sessuofobia hanno prodotto i guasti che si devono riparare urgentemente. Francesco indica da tempo il superamento del clericalismo; la Chiesa è del popolo di Dio, l’unzione è dei battezzati. Questa Chiesa saprebbe vedere in chi abusa del suo ministero non un problema da coprire ma un problema contro sé stessa da perseguire. Tanti altri problemi sono in ballo, ovviamente, ma questo, l’idea di potere e l’idea di Chiesa, è fondamentale.

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