Il sacerdote anti-Salvini: "Nonostante la condanna non mi piego"
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Il sacerdote anti-Salvini: "Nonostante la condanna non mi piego"

Don Giorgio De Capitani è stato riconosciuto colpevole di diffamazione dopo una querela di Matteo Salvini: "Onorato di aver dato per lo meno fastidio al potere"

don Giorgio De Capitani
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17 Novembre 2019 - 14.46


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Lui non molla convinto di stare dalla parte della ragione: “Condannatemi ancora nei tribunali uscirò sempre a testa alta, ‘onorato’ di aver dato per lo meno fastidio al potere, e di aver suscitato qualche allarme tra la massa che pensa solo a campare”. “Spezzatemi pure ma non mi piegherò!”: così ha scritto sul proprio sito don Giorgio De Capitani, condannato a Lecco per diffamazione dopo una querela di Matteo Salvini.
“I miei difensori hanno evidenziato che Salvini ha detto il falso sotto giuramento”, ha scritto il sacerdote sottolineando che “hanno evidenziato che mi ha accusato di un reato grave, sapendo bene che non avevo istigato nessuno ad ucciderlo”.
“Né le querele né le condanne mi frenano – sottolinea l’ex parroco di Monete di Rovagnate (Lecco) – anzi servono a stimolarmi con maggiore determinazione”.
Condannato a seguito di una querela di Matteo Salvini, don Giorgio ha spiegato che “più gli ostacoli sono tosti, le difficolta’ sembrano insormontabili, la politica partitica fuoriesce di strada assumendo personalismi populisti da farmi inorridire, più tiro fuori dal mio essere interiore l’energia che ritengo la ‘migliore’, anche se può assumere talora nel linguaggio toni e vocaboli poco ortodossi alle orecchie dell’opinione pubblica”.
“Non lotto solo contro un sistema politico corrotto o poco consono al perseguimento del Bene comune – ha aggiunto – ma vorrei che il mio lottare servisse anche per risvegliare la coscienza di qualcuno tra la massa ‘dormiente'”.
“Ho più di 80 anni – è la sua conclusione – e per me sarebbe per lo meno da sciocco cedere ora, riponendo le ‘armi’ e lasciando perciò via libera ai prepotenti”.

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