Don Dell'Olio: "Esterreffatto per l'aggressione a Padre Zanotelli, i militari di Nassirya non sono martiri"

Le parole di Alex Zanotelli avevano suscitato lo sdegno soprattutto di vari sovranisti tra cui Salvini, ma Dell'Olio spiega: "Questa è la dottrina della Chiesa, i martiri sono altro"

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13 Novembre 2019 - 20.17


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Don Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana, ha scritto un articolo a sostegno di Padre Alex Zanotelli che aveva osato sostenere la sacrosanta verità, ossia che i militari morti a Nassiriya non dovrebbero essere definiti ‘martiri, perché “eravamo lì per difendere con le armi il nostro petrolio: guardiamoci in faccia e diciamoci queste cose, anche se purtroppo in Italia sembra impossibile dirlo e costa una valanga di insulti… ma è questa la cruda verità. Cosa ci stanno a fare, ancora oggi, i soldati italiani in Iraq, come del resto anche in Afghanistan? Noi occidentali li aiutiamo a fare la guerra all’Isis? Ma se in Siria abbiamo abbandonato i curdi, che hanno davvero lottato contro l’Isis…”.
“Sono francamente esterrefatto” ha detto Don Dell’Olio, “della polemica che si è scatenata attorno alle affermazioni del nostro direttore (Mosaico di pace) Alex Zanotelli. Giriamo su una tale giostra mediatica che soprattutto i politici sembra non aspettino altro che poter conquistare due righe su un sito che a sua volta si duplica come un pericoloso batterio su mille altre pagine online e sui social. Alex Zanotelli non ha affermato altro che ciò che la dottrina e la tradizione della Chiesa sostengono da secoli: il martirio è un’altra cosa e non è categoria che possa essere utilizzata strumentalmente per i militari che hanno perso la vita nel corso delle loro missioni”.
“Se Salvini – come ha detto – scriverà in Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della fede glielo ribadirà. Se non scrive, si risparmia una brutta figura – evidenzia Dell’Olio – Persino il generale Dino Tricarico, che fu capo di Stato maggiore dell’Aeronautica lo ha detto: ‘Non ci sono né martiri né eroi, nei migliori auspici possiamo contare su professionisti seri che fanno il loro dovere’. Riguardo poi ai fini reali per i quali furono sacrificate quelle vite umane, la storia ha provveduto a diradare ogni nube e ogni falsa prova costruita a tavolino”.
“Nel tempo – si legge nell’articolo di don Tonio Dell’Olio – ci sono stati capi di Stato, figure di spicco della politica internazionale e analisti che hanno concluso che i nostri interessi in Iraq non erano certamente quelli di difendere i diritti umani. Fosse così, saremmo impegnati ogni giorno su mille fronti di guerra nel mondo. Se gli Usa e i suoi alleati scelsero di scatenare la ‘Guerra del Golfo’ è soltanto perché quel sottosuolo, a differenza di altri, è impregnato di petrolio. E nessuno si azzardi a dire che Alex abbia mancato di rispetto a quelle vittime! Chiunque lo conosce sa della sua sensibilità e della solidarietà col dolore. Anzi, lui e i nonviolenti hanno rispettato le vittime (tutte) di quel conflitto sicuramente di più di chi le ha mandate a morire”.

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