L'Anpi va al Salone con Carla Nespolo: ora che i fascisti sono finalmente fuori

Un legale dell’Associazione dei partigiani, Emilio Ricci: «L’iniziativa più significativa è l’esposto di Regione e Comune per apologia del fascismo, è un reato. Faremo un presidio»

Carla Nespolo
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9 Maggio 2019 - 10.03


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di Stefano Miliani

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L’associazione dei partigiani, l’Anpi, con la sua presidente Carla Nespolo partecipa al Salone di Torino dopo l’esclusione dell’editore AltaForte che con il suo fondatore Francesco Polacchi fa esplicito riferimento al fascismo. Carla Nespolo aveva annunciato il ritiro per questa presenza di un editore che vorrebbe un regime anti – democratico e cancellare la storia della democrazia italiana.
«Ho appreso con molto piacere la notizia dell’esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone del Libro di Torino. Ha prevalso il doveroso rispetto della Costituzione e dell’antifascismo, bussole che non si devono perdere mai. Comunico, quindi, che domani sarò al Salone per partecipare alla presentazione del volume di Tina Anselmi La Gabriella in bicicletta, edito da Manni», dichiara la presidente sul sito dell’associazione dei partigiani dando appuntamento a venerdì 10 maggio nella Sala Atlantide del Salone. Nespolo aveva cancellato la sua presenza perché era stato ammesso l’editore AltaForte

«Faremo un presidio a Torino»
«Noi come Anpi abbiamo assunto subito una posizione molto chiara e netta rappresentata dalla presidente Carla Nespolo quando ha detto detto non sarebbe andata – commenta Emilio Ricci, avvocato dell’associazione tra un’udienza in tribunale e l’altra – Siamo assolutamente d’accordo con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e con la sindaca di Torino Chiara Appendino nel aver sporto denuncia per apologia del fascismo».

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Tornando al Salone, Polacchi ha minacciato di far causa per essere stato estromesso. Il Salone ha il diritto a tener fuori un editore dal richiamo esplicito alla dittatura fascista? «Faccia causa – risponde l’avvocato senza scomporsi – Non so quale sia la forma giuridica del Salone, ci sarà qualche responsabilità formale ma lì l’iniziativa più significativa è stato l’esposto di Chiamparino e Appendino per il reato di apologia del fascismo. È un reato perseguibile d’ufficio. Chi si richiama ai valori del fascismo si mette fuori dalla Costituzione, fuori legge, potrà fare causa, vedremo».

«Fare apologia del fascismo non è consentito»
Non è stato un errore ammetterlo tra gli editori? «Non so se sia stato un errore. La rappresentazione del ventennio, la storia di Mussolini, sono state raccontate nei libri di storia anche con plurime voci e valutazioni pure rivalutatorie. Quello che contestiamo è un comportamento assolutamente non consentibile né consentito: si fa apologia del fascismo. Quell’editore è giovane, mi pare gente che non sa di cosa parla. In mondo mediatico che si gioca su Facebook, Google e Twitter mi pare anche un modo per farsi pubblicità». Però è grave farsi pubblicità così, no? «Infatti e l’Anpi valuterà come intervenire come persona offesa. Ogni volta che su tutto il territorio nazionale ci sono ipotesi del reato di apologia del fascismo e di ricostituzione del partito fascista interveniamo legalmente. Non parliamo soltanto del reato di apologia ma si può ipotizzare anche quello di associazioni sovversiva: lo valuteremo. Parliamo di gente che esalta un regime totalitario e la Costituzione prevede il divieto di riformare quel partito. Trovo, troviamo, giusto che l’editore sia stato estromesso. Lui ha detto che si presenterà: è una gravissima provocazione alla quale reagiremo con un presidio».

L’avvocato non ci sarà perché ha un altro impegno, non meno importante: sarà a una contromanifestazione a Forlì dopo che Matteo Salvini ha parlato dal balcone del municipio da cui arringava la folla Mussolini: «Dobbiamo contrastrare queste posizioni, sono veramente pericolose».

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