Provocazione fascista: adesivi della partigiana Lia uccisa incinta dai nazisti alla porta di un teatro milanese

Non pubblichiamo l’immagine per non dar ulteriore visibilità ad una foto dal contenuto indecente.

Gina Bianchi Galeotti, nome di battaglia Lia
Gina Bianchi Galeotti, nome di battaglia Lia
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27 Aprile 2019 - 15.30


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Riportiamo la denuncia di Renato Sarti, regista e attore che nel 2002 ha fondato il Teatro della Cooperativa a Milano.
“Stanotte alcuni fascisti hanno attaccato sulla saracinesca del Teatro della Cooperativa di Milano, nel quartiere di Niguarda, (e sulle sezioni dell’ANPI e del PD) degli adesivi con la foto di una ragazza a mezzo busto svestita, con una fascetta con la scritta “I love spaghetti”, che le copre il seno e con sotto un’altra scritta: “Hate antifa” (odio gli antifascisti). Non pubblichiamo l’immagine per non dar ulteriore visibilità ad una foto dal contenuto indecente. L’adesivo per di più è stato attaccato sul volto di Gina Bianchi Galeotti, nome di battaglia Lia, una partigiana incinta di otto mesi uccisa da una raffica di mitra nazista il 24 aprile 1945, il giorno prima della Liberazione. Questo sfregio, che Lia non meritava, è un inequivocabile attestato di volgarità e squallore umano, prima che politico. Lia ha sacrificato la vita sua, e quella del bambino che portava in grembo, per un Paese molto diverso da quello che vorrebbero gli autori di questa vigliaccata, in pieno stile fascista e che si inserisce in un contesto politico generale a dir poco allarmante”.

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