Gridarono Sieg Heil ed esposero uno stendardo delle Ss: il giudice assolve i neo-nazisti
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Gridarono Sieg Heil ed esposero uno stendardo delle Ss: il giudice assolve i neo-nazisti

I fatti il 24 aprile 2016 al cimitero Musocco. Le motivazione della sentenza: "iniziativa rivolta ai defunti, in segno di umana pietà, senza alcuna finalità di restaurazione di carattere fascista o nazionalsocialista”

Manifestazione fascista
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4 Aprile 2019 - 15.30


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C’è da rimanere sgomenti. Perché se questa è la legge che la magistratura applica allora significa che la legge fa acqua da tutte le parti e va modificate.
Ma come? Ora al potere c’è l’amico dei fascisti Salvini con dietro i camerieri grillini che non solo sdoganano politicamente razzismo e fascismo ma addirittura negano che i condannati per questi reati siano ‘impresentabili’
Così accade l’ennesimo episodio che lascia sgomenti: E’ stata una “manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita”, che non ha attentato alla “tenuta dell’ordine democratico”, l’avere urlato il motto nazista ‘Sieg Heil’ ed esposto uno stendardo della ‘associazione combattenti 29esima divisione granatieri Waffen-SS’, il 24 aprile 2016 al cimitero Musocco, nel capoluogo lombardo.
Lo ha scritto il giudice Maria Angela Vita del Tribunale di Milano nelle motivazioni con cui, nel febbraio scorso, ha assolto perché “il fatto non sussiste” tre persone accusate di avere violato l’articolo 5 della legge Scelba, che sanziona chi compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e delle organizzazioni naziste.
Si tratta di Alessandro Botrè, 30 anni, Alessio Poliranno, 43 anni, e Liliane Tami, 27 anni, che nel febbraio di due anni fa presero parte a una cerimonia commemorativa dei caduti della Repubblica sociale italiana, che si svolge ogni anno al campo X nel capoluogo lombardo.
Scrive il giudice che i “simboli fascisti e nazionalsocialisti ostentati nel corso della cerimonia” sono stati una “manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita, all’interno di un contesto commemorativo (e non un attentato concreto alla tenuta dell’ordine democratico) e come tali, pertanto, privi di quella offensività concreta vietata dalla legge”.
Il giudice, come si evince dalle motivazioni, ha valutato infatti che la norma della Legge Scelba punisce “quelle manifestazioni del partito fascista che possono determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste”. Ma nel caso della cerimonia al campo X, le “circostanze e le modalità della cerimonia funebre (…) pure a fronte dell’ostentazione da parte degli odierni imputati di gesti, comportamenti ed emblemi indiscutibilmente di stampo fascista e nazionalsocialista, non appaiono, al Tribunale, tali da suggestionare concretamente le folle, ed indurre negli astanti sentimenti nostalgici in cui ravvisare un serio pericolo di riorganizzazione del partito fascista”.
Per di più il giudice ha sottolineato il “carattere esclusivamente commemorativo” e “pacifico” della cerimonia che era “esclusivamente rivolta ai defunti, in segno di omaggio e di umana pietà, senza alcuna finalità di restaurazione di carattere fascista o nazionalsocialista”.
Ora si capisce perché fascisti, post-fascisti e affini hanno fatto le barricate per impedire l’approvazione della legge Fiano.

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