Studente fotografato in un angolo con il cartello "asino". I genitori denunciano la professoressa

Un alunno di una scuola media milanese è stato punito dall'insegnante con il cartello appeso alla schiena "asino". Due compagni fanno la foto. La preside, contrariata, chiede spiegazioni alla professoressa.

Studente fotografato in un angolo con il cartello "asino". I genitori presentano un esposto
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7 Marzo 2019 - 09.55


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Seduto in un angolo dell’aula per punizione, faccia al muro e sulla schiena un cartello con la scritta “asino”. E’ l’immagine che si vede in una foto scattata in una scuola media statale di Milano.
A farla, come scrive il “Corriere della Sera”, sono stati due ragazzi, compagni di quello ritratto di spalle. Gli autori di quella foto sono stati sospesi.
La preside: “L’insegnante era in classe, adesso dovrà chiarire quanto accaduto”.
L’episodio, ha scatenato la bagarre nell’istituto, in pieno centro a Milano. La madre di una ragazza sospesa difende la figlia perché “era giusto documentare” quanto accaduto.
Alla preside è stato riferito che la professoressa, una supplente, avrebbe punito il ragazzo mandandolo in fondo alla classe perché disturbava e avverte: “Quell’insegnante risponderà del suo comportamento”.
Il caso è stato sottoposto all’attenzione dell’Ufficio scolastico, con la relazione della stessa preside depositata in provveditorato. La dirigente dell’istituto spiega infatti che lei, personalmente, “può disporre nei confronti di un docente solo sanzioni fino a 10 giorni”, mentre se ritiene che il comportamento dell’insegnante sia particolarmente grave deve chiedere all’Ufficio scolastico, che deciderà come procedere.
Due ragazzi sospesi – La sospensione dei due ragazzi, spiega la dirigente, è stata decisa dopo due settimane di “indagini” interne all’istituto, “come provvedimento educativo” perché i ragazzi “hanno violato il regolamento” facendo quelle foto e inviandole sulla chat di classe “con il rischio che siano diffuse”.
Ma i genitori di una studentessa si difendono: “Nostra figlia ha cercato di parlare con la prof per quello che stava succedendo e si è presa una nota. Allora ha fatto la foto per documentare quanto accaduto. Quella sanzione è sproporzionata”.
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