"Noi siamo fascisti, i negri sono inferiori": ecco la Melegnano razzista che appoggia Salvini

Un servizio di Piazza Pulita sulle scritte razziste a Melegnano scoperchia una realtà marcia di connivenza tra l'ideologia fascista e la politica della Lega

La scritta razzista di Melegnano
La scritta razzista di Melegnano
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28 Febbraio 2019 - 22.31


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È un servizio agghiacciante quello di Piazza Pulita su Melegnano, la cittadina alle porte di Milano dove negli scorsi giorni alcune scritte razziste e minacciose sono state tracciate sotto casa della famiglia che ha adottato Bakary, un immigrato 22enne da anni ormai in Italia.

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Il gruppetto di poco più che ventenni intervistato è assolutamente d’accordo con quelle scritte: “i negri” dicono, “vengono tutti qui per stuprare e ammazzare. A noi non ci piacciono, fosse per noi li bruceremmo tutti, daremmo fuoco a tutti i barconi”. “Vengono qui, vogliono i 20 euro, il wi-fi, le scarpe, eh no, così non va bene” dice una ragazza, che poi, all’inevitabile domanda ‘vi piace Matteo Salvini?’ risponde convinta “sì”. E gli altri le fanno eco: “è il migliore, ha le idee migliori”. Lo dice lo stesso che sfoggia due tatuaggi, uno delle SS e un altro con una croce celtica: “tu ti definisci come, fascista” “No, io sono nazista fin da piccolo. I negri per me sono una razza inferiore”.

È un legame pericoloso quello con Matteo Salvini, un legame non detto, taciuto dal vicepremier che, come afferma il sindaco di Parma Pizzarotti – ospite in studio – è “molto scaltro: lui non parla mai nemmeno di destra, parla solo di tematiche. Così diventa inattaccabile, nessuno può dire che Salvini sia un nazista o un fascista. Ma quando governi hai delle responsabilità su quello che dici ma anche su quello che non dici. Ecco, il fatto che Salvini non condanni questi delinquenti, non dica con forza che lui, con questa gente non c’entra niente e poi nella sua pagina twitter, tolta la Nutella, si trovano soltanto articoli che parlano di migranti arrestati quando, numericamente, gli italiani che delinquono sono di più, allora c’è un racconto in corso, una storia di connivenza con queste realtà che non si può negare”.

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