Cercava francobolli e invece ha trovato buoni dal valore di circa 1,5 milioni di euro nella spazzatura
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Cercava francobolli e invece ha trovato buoni dal valore di circa 1,5 milioni di euro nella spazzatura

Gaetano Cannavò, pensionato, ha ritrovato dei buoni fruttiferi postali degli anni Trenta e Quaranta: "Quei soldi mi serviranno per una vecchiaia serena e per fare tanta beneficenza".

Buoni postali
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12 Febbraio 2019 - 14.00


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Gaetano Cannavò, pensionato di Messina, ha trovato ‘vecchi documenti’ abbandonati accanto a un punto raccolta rifiuti, e così pensando che fossero francobolli di valore,di cui è appassionato collezionista, li ha presi.
Il fortunato Cannavò ha trovato un vero e proprio tesoro: erano buoni fruttiferi postali di qualche decennio fa, del valore nominale di 5mila lire ciascuno. Cannavò si è così ritrovato titolare di un’autentica fortuna che, ha detto, gli servirà per una vecchiaia serena, oltre che per fare un po’ di beneficenza.
Il pensionato si è già premunito di due avvocati, Sara Gitto e Ilaria Napolitano del Foro di Roma, che tuteleranno i suoi interessi. A loro ha dato mandato di agire per recuperare la somma presso Poste italiane e ministero delle Finanze, obbligati in solido a “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica italiana.
Sono i due enti, infatti, a rispondere in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la Repubblica Italiana, ma anche ai tempi del Regno d’Italia. L’udienza per Gaetano Cannavò è stata fissata davanti al Tribunale civile di Roma il 23 maggio.
In Italia sono circa 10 milioni i titoli di credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, non riscossi e ancora riscuotibili) ancora in circolazione, e relativamente ad essi c’è molta disinformazione, spiega il dottor Luigino Ingrosso, dello studio legale referente del fortunato pensionato. Anche da parte degli enti preposti al pagamento.
A tal proposito è importante sapere che si può ottenere il rimborso di titoli “antichi” a condizione che non sia decorso il termine prescrizionale di 10 anni. Tale termine decorre non necessariamente dalla data di emissione del titolo, ma da quando il titolare è in grado di far valere il suo diritto. In particolare, anche se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha “ritrovato” solo recentemente (ovvero negli ultimi 10 anni), può agire per il rimborso dello stesso e la prescrizione inizierà a decorrere dal momento del ritrovamento.
Il valore dei titoli “antichi” va poi stimato rapportandolo al potere d’acquisto del periodo a cui risalgono i crediti. Il titolare o l’erede cioè avrebbe diritto a ottenere oggi l’equivalente di quella somma di denaro, tradotta in euro, che all’epoca di emissione del titolo gli avrebbe consentito l’acquisto di un determinato bene.

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